Gestire la disabilità in tempi di Covid: l’esperienza de “Il Ponte”

OLTREPO’ MANTOVANO In tempi di emergenza anche chi si occupa delle persone disabili e delle loro famiglia ha dovuto fare i conti con un lavoro che si è trasformato in modo imprevisto e veloce ma che deve – come nel caso della cooperativa Il Ponte di Sermide – continuare a rispondere ai bisogni di oltre 120 famiglie: Fin da inizio emergenza abbiamo messo in campo una serie di attività – spiegano Simonetta Belllintani e Cristina Benatti, rispettivamente presidente e direttore tecnico della cooperativa – Inizialmente rispettando come è giusto che sia le direttive di Governo, Regioni, Comuni, Ats. Successivamente al Decreto “Cura Italia” una serie di attività, quindi, a cominciare dal supporto psicologico alle famiglie, curato da un’esperta; poi una serie di attività aiutate dalle tecnologie come videochiamate, video-tutorial di attività educative, riunioni di gruppo ognuno da casa propria. Una serie di attività che hanno lo scopo principale di mantenere
caldi i rapporti di cura interpersonale. A cominciare da compagnia e socializzazione, continuando col mantenere attive abilità ed autonomie. A tutto ciò si aggiunge la formazione specialistica di esperti che gli operatori stanno frequentando».
Tutto questo con lo scopo di riprodurre una quotidianità da ricostruire e da rimodellare; ma c’è anche da pensare al dopo, e infatti “Il Ponte” sta già riflettendo sull’apertura fisica dei Centri diurni, aspettando indicazioni e cercando di progettare al meglio il rientro. Con lo scopo primario di accogliere in sicurezza.