MANTOVA C’erano anche due mantovani nel convoglio di attivisti che la scorsa notte si è trovato, suo malgrado, esposto al fuoco dell’aviazione russa, impegnata in un durissimo attacco sulle città ucraina che, nella regione di Leopoli, dove stava transitando il convoglio, ha causato almeno 4 morti e sei feriti. Nulla, per fortuna, è accaduto al treno – partito dalla capitale Kyiv e diretto in Polonia – dove si trovavano 110 attivisti del Movimento Europeo di Azione Non Violenta, tra cui il segretario del Pd provinciale Adriano Stabile e il viadanese Paolo Bergamaschi. 
«Stavo dormendo, l’attacco è avvenuto in piena notte – ci dice lo stesso Stabile, che abbiamo contattato telefonicamente – Ho sentito rumori, simili a raffiche di mitragliatrice. Poi ci hanno comunicato di metterci le scarpe e di prepararci per una fuga leggera dal treno, non sono stati momenti facili». Stabile e Bergamaschi erano stati, insieme ad altri 108 attivisti italiani, a Kharkiv per un incontro di due giorni con la popolazione; al rientro la terribile avventura: ««Il paradosso – spiega Bergamaschi – è che siamo partiti dal fronte per tornare in Europa e quella che abbiamo passato, a ridosso del confine europeo, quando eravamo a Leopoli, è stata una notte incredibile. A pochi chilometri di distanza sono caduti missili nei pressi della città».
La Farnesina ha comunicato nel pomeriggio che tutti gli attivisti sono presso l’Ambasciata d’Italia in Polonia e che a breve partirà il volo di rientro da Cracovia.









































