OSTIGLIA Il consultorio di Ostiglia, unico in tutto il Destra Secchia, chiuso e spostato a Roncoferraro. “È mancata la programmazione. Ora si rimedi e basta tagliare servizi sulla sanità”. Queste le parole di Fausto Banzi di Alleanza verdi sinistra.
“Da diversi anni è in atto l’impoverimento delle strutture socio sanitarie sul territorio. Si pensi a quanto è accaduto con l’applicazione delle scelte politiche di Regione Lombardia: ad esempio la chiusura dei due punti nascita di Casalmaggiore e Asola. Si sperava che donne e coppie fossero già state penalizzate a sufficienza; invece no. Abbiamo assistito alla chiusura di alcuni consultori pubblici accreditati, all’accentramento di alcuni servizi di prevenzione relativi alla salute donne, abbiamo preso coscienza che per avere una certificazione di interruzione di gravidanza le donne devono migrare in strutture anche fuori dal distretto di riferimento.
“E ora, solo un mese fa – prosegue Banzi -, la chiusura del consultorio di Ostiglia, che era l’unico rimasto a disposizione in tutto il Destra Secchia dopo gli stop anche a Poggio Rusco, Quistello e Sermide. Perché tale struttura, unica in tutto il Destra Secchia, è stata lasciata in un tale degrado? Perché Asst non si è attivata prima della chiusura ormai improcrastinabile lasciando tutte le donne, le coppie le famiglie di quel territorio senza servizi consultoriali? A Mantova come altrove si è provveduto ad utilizzare soldi pubblici per aprire le Case della Comunità, che sono strutture attualmente vuote o sottoutilizzate, e sono stati chiusi sul territorio strutture consultoriali importanti.
“L’accaduto – prosegue Banzi – a parer mio è mancanza di programmazione e non aver per tempo cercato alternative: eppure i vertici Asst non sono volontari, ma professionisti lautamente retribuiti per evitare i disagi legati alle mancate programmazioni. Ad oggi bisognerebbe avere, nel rispetto dell’utenza, la certezza dei tempi per ripristinare il consultorio nel Destra Secchia, tra l’altro rimanendo col dubbio che Regione Lombardia non intenda chiudere anche il punto nascita di Pieve di Coriano. Siamo davvero lontani dai progetti di protezione della natalità che Regione Lombardia aveva annunciato”.