Ponte: gli agricoltori protestano “Indennizzi anche per noi”

ponte Casalmaggiore

SAN BENEDETTO La questione ponte di San Benedetto e l’annunciato ritardo rispetto ai lavori con la conseguente chiusura dell’attraversamento per almeno 5 mesi sono motivi di preoccupazione soprattutto per chi utilizza l’infrastruttura per lavoro. Ecco quindi che oltre al mondo produttivo industriale e dell’artigianato ad avere forti preoccupazioni per la serrata di cinque mesi – già a a partire dal 1° agosto – c’è il settore agricolo, anch’esso fortemente danneggiato dalla notizia annunciata nella giornata di ieri da parte dell’amministrazione provinciale: «Si è parlato dei disagi che avranno le imprese industriali ed artigiane – spiega il presidente di Confagricoltura Mantova,  Alberto Cortesi  – ma mai di quelli del settore primario. Voglio ricordare a tutti che l’agroalimentare è il comparto trainante della nostra provincia e pertanto pretendiamo a gran voce che le forme di compensazione degli inevitabili disagi con i quali dovremo convivere dal prossimo agosto riguardino anche i nostri imprenditori».
Sì perché l’amministrazione provinciale ha messo sul tavolo tre forme di indennizzo per venire incontro alle categorie produttive, vale a dire rimborso del pedaggio autostradale per le auto che attualmente percorrono il ponte e che si vedranno costrette a usare l’A22 (tra Mantova sud e Pegognaga), incremento delle corse del trasporto pubblico con riduzione del costo degli abbonamenti e incentivi alle imprese con sede a Bagnolo e San Benedetto: «Ancora una volta – prosegue Cortesi – ci si dimentica del settore agricolo. I nostri mezzi di certo non possono circolare in autostrada, e i nostri imprenditori non possono andare al lavoro in autobus, quindi ecco che le prime due misure decadono con effetto immediato. Quanto agli incentivi per le imprese, ci riserviamo di avere informazioni aggiuntive, ma è chiaro che essi dovranno abbracciare anche il comparto agricolo, che per nessun motivo può essere lasciato da parte. Numerosi nostri associati infatti possiedono e conducono terreni divisi a metà dal fiume Po. Ai disagi di questi imprenditori chi pensa?». Il tema infrastrutture torna così di triste attualità: «L’amministrazione provinciale e l’azienda costruttrice (l’abruzzese Toto) avevano fatto promesse diverse che, ancora una volta, sono andate disattese. Pretendiamo che questa volta si veda la luce in fondo al tunnel, perché la nostra provincia non può più convivere con infrastrutture inadeguate, che ne frenano sviluppo e traffici commerciali».