Porto Mantovano: crisi di governo, il Gruppo Misto spiega i motivi della discordia

PORTO MANTOVANO «Ci è stato rinfacciato che i progetti per la costruzione della nuova sede di Porto Emergenza e della Club house erano stati approvati anche dal nostro gruppo; è vero, ma quando ci hanno presentato la variazione dei costi (per Porto Emergenza si è passati da 720mila a 1.100.000 euro) abbiamo scelto di astenerci perché secondo noi quell’importo poteva servire di più per aiutare le famiglie in difficoltà a causa dei rincari». Lo ribadiscono i tre consiglieri del Gruppo Misto, Roberto Mari, Vittorio Rescigno e Valentina Tomirotti ricordando altresì che avevano formulato delle proposte per continuare il percorso amministrativo.
«Ma da parte del sindaco e della “sua” maggioranza – osservano – non vi è stata alcuna propensione al dialogo». «Non trovo ancora spiegazione alla mossa del sindaco di discutere la nostra proposta programmatica durante le comunicazioni iniziali del consiglio comunale, che si sa essere un momento in cui non è consentito il contraddittorio. Personalmente non mi servono altri elementi per soppesarne il valore e la considerazione», commenta Tomirotti. «Posso solo confermare che nel 2019, quando il sindaco mi tartassò di chiamate implorando la mia entrata in lista; col senno di poi non avrei dovuto accettare: ero stata solo un mezzo utile ad avere voti per ciò che rappresento».
Tra i punti messi a dialogo con la maggioranza, il Gruppo Misto aveva chiesto che Asep tornasse a gestire la piscina dal giugno 2023: «Richiesta, tanto per cambiare non accolta, e infatti ad oggi non sappiamo cosa avverrà con l’avvicinarsi dell’estate, visto il contenzioso in essere con il sub gestore». Altro problema sollevato è la questione del Csi (Centro servizi alle imprese) al Gombetto, che giace inerme e fatiscente da anni. «Perché non restituirgli valore? In quel luogo, ad esempio, si potrebbe spostare la sede di Asep, riattivando mensa e ristorazione e facendo risparmiare 35mila euro di affitto all’anno. Asep potrebbe acquistare il Csi avendo 1,4 milioni di riserve ferme da 7 anni, inutilizzate. Tuttavia – insiste Roberto Mari – anziché sistemare i vecchi problemi che affiggono cittadini e territorio, la giunta ha preferito concentrarsi su opere faraoniche». Mari entra quindi nello specifico: «Abbiamo chiesto il rinvio di due anni del Club House e con i 550mila euro recuperati si sarebbero potute sistemare molte strade e marciapiedi (Sgarzari, Bancole, via Martorelli, Montata Carra, Soave), ma anche questa richiesta non è stata accolta». Non di minore importanza è il nodo del sottopasso ferroviario di Mantovanella. «L’8 luglio del 2022 si era firmato il protocollo d’intesa con Rfi e come Gruppo Misto avevamo richiesto, con mozione, di poter mettere una somma nel bilancio preventivo per incominciare a pensare di mettere a frutto seriamente quanto concordato con Rfi, ma anche questa nostra mozione non si ritenne opportuno portarla in Consiglio. Quando fu firmato il protocollo d’intesa con Rfi – rileva – il capogruppo del Misto – ci venne detto che nel giro di 6 mesi le ferrovie avrebbero dato risposta per la fattibilità, il piano tecnico e il piano finanziario dell’opera, ma tutt’ora dalla giunta non abbiamo saputo niente. Dopo avere interpellato Rfi, i diretti interessati ci hanno confermato di aver inviato tutta la documentazione nei tempi previsti, ma che stavano attendendo il sindaco. E anche in questo caso siamo stato tenuti all’oscuro di tutto».