San Biagio, dopo 110 anni di attività chiude il bar Ronconi

SAN BIAGIO  (Bagnolo) Un’avventura durata centodieci anni. Il mese e mezzo (confidando nella riapertura ad inizio dicembre salvo ulteriori decreti, ndr) che ci separa dal nuovo anno solare sarà l’ultimo in attività per lo storico “Bar Ronconi”, che dal prossimo 1° gennaio chiuderà per sempre i battenti. Una notizia senz’altro spiacevole ma che circolava già da parecchio; superati, non senza difficoltà, gli ostacoli del primo lockdown, la seconda ondata ha dato il definitivo colpo di grazia ad un esercizio che ha sempre vissuto sulla cresta dell’onda e che molto ha dato al territorio e alle sue generazioni. La storia del bar, situato esattamente sulla Romana, come raccontato dal proprietario  Luigi Ronconi , parte da molto lontano, addirittura dal secolo scorso, ovvero da quando il bisnonno  Giacomo , chimico assieme al fratello Luigi, fece fortuna mettendo a punto una polvere che mise in salvo i numerosissimi allevamenti di bachi da seta dalle due peggiori malattie che li stavano letteralmente devastando: il flaccinino e la secchezza. Coi più che cospicui guadagni ottenuti dall’ingegnosa scoperta, gli stessi avviarono nella via principale di Bagnolo San Vito un’osteria diventata negli anni tabaccheria, poi un’altra osteria a San Biagio ed infine un piccolo punto vendita con annessa stalla per cavalli (sede attuale dell’ufficio postale) sempre nella frazione. Giungono quindi i tempi delle scelte. Siamo in piena epoca fascista quando nonno  Azzolino  decise di vendere questa e coi soldi ricavati ampliare l’osteria costruendo una vera e propria casa con tanto di portico, struttura che tra l’altro si presenta così anche oggigiorno. Gli anni trascorrono e al rientro dalla guerra ci penseranno lo zio  Vincenzo  e il padre  Alfredo  ad effettuare tutte le migliorie possibili al locale, che nel giro di pochissimo tempo diventa un vero e proprio punto di riferimento per tutti. Ecco comparire quindi la televisione, con mezzo paese intento a seguire il celeberrimo quiz “Lascia o raddoppia?” condotto da Mike Buongiorno, il primo telefono pubblico, il gelato artigianale, i tendoni per la balera nell’orto, il cinema all’aperto, il gioco delle freccette, quello dei birilli e il ben più remunerativo calcio balilla. Il resto è storia dei giorni nostri. E’ infatti con la costruzione dell’autostrada A22 che da osteria di paese l’attività si trasforma in piccola pensione mettendo a disposizione ben 17 posti letto per i lavoratori e i carpentieri (soprattutto vicentini e friulani) in trasferta in terra virgiliana. «Fatico a credere che qualcuno abbia avuto un’infanzia più bella e felice della mia – il commosso ricordo di Luigi, prossimo ad abbassare la saracinesca -. Sono stati anni indimenticabili, ringrazio tutti coloro che ci hanno fatto compagnia in questo meraviglioso viaggio». Una piccola postilla. A fianco di Luigi, molti ricorderanno anche il fratello Gianni, il cui nome è legato indissolubilmente allo sport nazionale avendo partecipato come ostacolista alle Olimpiadi Estive di Montreal del 1976. Non ci saranno più amari, digestivi e caffè al banco, partite a briscola o a biliardo e quotidiani sui tavoli ma una cosa è certa; questi ricordi, assieme a tanti altri piccoli aneddoti, rimarranno custoditi gelosamente nel cuore di tutti coloro che hanno avuto il piacere di concedersi qualche attimo di felicità e spensieratezza negli anni migliori. A Luigi e famiglia le migliori e meritate fortune per il proseguo.