Tenuta del ponte di Casalmaggiore: dopo i lavori ancora critiche e dubbi

Da Amo Colorno richieste di chiarimenti anche in merito al transito di mezzi pesanti sulla struttura

CASALMAGGIORE Ancora dubbi ed incertezze sui lavori in corso, e quasi in fase di ultimazione (la riapertura è prevista il 5 giugno), al ponte sul Po di Casalmaggiore. Critiche, quelle sollevate da “Amo Colorno”, che nascono, ancora una volta, dal sistema di verifica della struttura dopo la sua riapertura. Controlli saranno affidati a dei sensori ora allo studio dell’Università di Parma: ateneo che sarebbe subentrato per la mancata previsione di una modalità di installazione, trasmissione ed interpretazione dei dati provenienti dai sensori, così come la mancata posa della fibra ottica, spiega il una nota il comitato “Amo Colorno”. Un progetto che costerà complessivamente un milione di euro, suddiviso in dieci anni.
Critiche che nascono anche dalla revisione, de parte degli esperti dell’ateneo di Parma, che aprirebbero ulteriori dubbi circa il progetto inizialmente presentato e l’effettiva tenuta del ponte – stimata, dopo i lavori, per circa un decennio.
Interrogativi, a tale proposito, vengono sollevati anche sulla possibilità o meno di aprire il ponte anche ai mezzi pesanti: aspetto, questo, che si risolverebbe con l’installazione di un sistema omologato dal ministero dei trasporti. Un problema, quello del transito sul ponte su cui il comitato pone la massima attenzione allo scopo di evitare una situazione simile a quella oggi registrata sul ponte di San Daniele Po, dove anche durante i lavori è stato consentito l’accesso ai mezzi con un carico massimo di 44 tonnellate con senso unico alternato.