A Mantova proseguono le pulizie di Pasqua. Castel d’Ario per lo sport

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La Curva del Mantova

Meglio tardi che mai. Erano anni che i giardini di via Matteotti (sul lungorio per intenderci) pullulavano oltre che di badanti e qualche mamma con bimbi al seguito, di elementi non proprio rassicuranti. Un vero peccato, ché la zona è fra le più pittoresche della città anche se, purtroppo, spesso utilizzata per le esercitazioni dei balordi le cui file sono pressochè giornalmente alimentate da nuovi arrivi. Per nostra fortuna è sbarcato a Mantova il questore Paolo Sartori che ha lasciato intendere che i suoi limiti di tolleranza sono ridotti all’osso e quindi ha dato il via all’operazione di bonifica che sta dando risultati positivi. Con la stretta collaborazione del Comune che fornisce le telecamere che da sole non bastano ma che tuttavia costituiscono un buon deterrente. Non bisogna fermarsi perchè pure Mantova necessita di una bella ripulita. Già sono entrate in funzione le squadre dei vigili urbani che controllano traffico e automobilisti in transito in centro. Una novità, se vogliamo, ma quanto mai opportuna.
Secondo i giudici del Tribunale di Mantova, i Fasci italiani del lavoro di Sermide, possono continuare la loro attività. Lo ha deciso il gup di Mantova Gilberto Casari, che ha mandato assolti i nove imputati perchè il fatto non susiste. Nel 2017 la figlia del segretario nazionale del partito, Fiamma, candidata a sindaco, aveva conquistato un seggio di consigliere d’opposizione. Fuoco e fiamme per questo risultato, con intervento dell’allora presidente della Camera Laura Boldrini: per farla breve, elezioni annullate su decisione del Tar ribadita dal Consiglio di Stato. A questo punto la vicenda si complica perchè il presidente del movimento Claudio Negrini ha già dichiarato che procederà contro la Boldrini. Un nuovo capitolo di una vicenda che minaccia di allargarsi. Vivi e lascia vivere, si potrebbe concludere. Ma non sempre è così: forse è anche per questo o soprattutto, che le cose nel nostro paese non stanno procedendo come dovrebbero. E intanto l’Italia è diventata terra di conquista; non a caso è tornato d’attualità il detto “la Cina è vicina”.
Domenica scorsa la casa- museo Sartori di Castel d’Ario ha ospitato la mostra arte e sport, interessante rassegna che ha registrato la partecipazione di oltre 60 artisti provenienti da ogni parte d’Italia. Mantova, come altri centri, si fregia del titolo di “città europea dello sport” e quindi l’evento acquista maggiore importanza. Già, perchè la terra di Virgilio, nel suo piccolo, nel corso degli anni ha sfornato autentici protagonisti. Bastano due nomi per ricordare le imprese compiute dai campioni di casa nostra: Tazio Nuvolari sulle 4 ruote e Learco Guerra sulla bici. Ma sarebbe riduttivo liquidare la storia sportiva virgiliana con questi due superman: negli anni Mantova è riuscita a germogliare altri campioni nelle varie discipline. Non è nostra intenzione produrre un elenco di plurivincitori; servirebbe un libro, forse un’enciclopedia. Pertanto ci limiteremo a dire che Mantova ha coperto in pratica quasi tutte le discipline sportive issandosi spesso e volontieri sul podio. Ecco perchè la rassegna di casa Sartori ha incontrato il favore del pubblico nel giorno dell’inaugurazione (la rassegna è visitabile sino al 14 aprile). Che poi sia stata disertata dalle autorità è poco più di un dettaglio.
Perfetta la scelta di Castel d’Ario che nello sport ha dato molto a cominciare dalla famiglia Nuvolari: papà Arturo e Giuseppe, zio del leggendario Tazio a cavallo dell’800 e nei primi del ‘900, volavano sui velodromi di mezzo mondo. Poi il Cencio Mantovani, prematuramente scomparso in un incidente aereo, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo (1964) nell’inseguimento a squadre su pista di ciclismo assieme all’altro mantovano Gigi Roncaglia e argento ai mondiali di Parigi e San Sebastiano (‘64 e ‘65). Il fratello Claudio, manager della Moa di Castel d’Ario che produce abbigliamento sportivo per i ciclisti, ha invece giocato al calcio (era portiere) con le maglie di Milan, Cesena, Atalanta, Perugia, Bari. Non male in definitiva per questo paese altrimenti celebre e celebrato per il suo risotto e soprattutto per la “bigolada” del primo giorno di Quaresima che ha radici antichissime.
Geniale il nostrano Davide Van de Sfroos, cantante che si è esibito al Sociale. Chi non è lombardo, avrà tentato invano di individuare la nazionalità di questo artista che nel darsi il nome di battaglia ha tradotto l’italianissimo “ vanno di frodo” nel misto brianzolo-olandese Van de Sfroos. Un nome che sulle prime ha incuriosito e attirato spettatori, poi diventati sempre più numerosi ché in effetti il Davide ci sa fare: andare contro corrente è un giochino che affascina e che in definitiva ci fa sentire meglio. Quasi ci fossimo spogliati dei panni di tutti i giorni o di quelli invernali: in definitiva più liberi. E van di corsa anche i biancorossi di mister Morgia, tornati solitari in vetta, oggi impegnati in trasferta col Pontisola. Occhio comunque: tentare di fare lo sgambetto alla capolista è una proposta -indecente- che fa gola a tutti.
Alberto Gazzoli