MANTOVA – Chi sarà il candidato governatore della Regione per il Pd nella primavera 2023? Due erano i nomi su cui ragiona il segretario regionale Vinicio Peluffo sta ragionando: l’economista Carlo Cottarelli e il parlamentare confermato Bruno Tabacci. Ma a quanto pare il primo avrebbe già dato la propria indisponibilità alla corsa per il Pirellone, mentre il 76enne deputato quistellese, sottosegretario uscente alla presidenza Draghi e rieletto il 25 settembre nel collegio uninominale di Milano per Impegno civico, non ha mai smentito le voci nazionali e locali che lo vedevano proposto come traino della coalizione di centrosinistra. «Ne riparleremo a giugno», aveva detto alla Voce di Mantova la primavera scorsa, senza pensare forse che di mezzo ci sarebbero state le politiche nazionali a differire ulteriormente ogni possibile decisione.
La sua rielezione a Roma non ha spostato, si presume, il “piano B” di tentare la scalata milanese, che peraltro vedrebbe Tabacci alla seconda prova, dopo quella negli anni 1987- ’89, come presidente della Lombardia. Tantopiù che, come prevedibile e già noto da mesi, la segreteria regionale dei Dem ha manifestato scarsa attenzione alle varie opzioni di candidatura, fra cui quella del cartello dei sindaci, entro i quali figurava, nella rosa dei nomi, anche il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, assieme al collega bresciano Emilio Del Bono. Nomi importanti a livello locale, dicono a Milano, ma con insufficiente appeal per una tornata elettorale che abbraccia tutta la regione.
Persino il nome di Matteo Colaninno, deputato uscente di Italia viva, e non ripresentatosi alle elezioni, pure essendo circolato mesi fa, è stato finalmente accantonato, dati i mancati accordi intercorsi fra Pd e la componente renziana del centrosinistra.
Una ulteriore opzione delle ultime settimane ha portato il Pd a prendere in considerazione anche l’ipotesi di correre sotto l’egida di Letizia Moratti, la vice presidente in carica della giunta di Attilio Fontana e assessore regionale alla sanità. L’ipotesi ventilata dalla stessa Moratti di dare vita a una propria civica trasversale è stata soppesata dai Dem, sintanto però che gli stessi non abbiano concluso che una corsa in solitaria della Moratti rosicchierebbe voti al centrosinistra svantaggiando la controparte del centrodestra.
Per Tabacci allora si apre una ulteriore opportunità. E in caso di mancata elezione? No problem: resterebbe a Roma a fare il deputato di opposizione, oppure – come sembra ormai assodato – potrebbe seguire Mario Draghi a capo della Nato, dove tutti prefigurano il futuro dell’ex premier.