Nei Paesi Bassi è lotta alle bici elettriche “elaborate”

Amsterdam Bikes, 2015 (CC0)

Anche i Paesi Bassi, universalmente considerata la patria delle due ruote, stanno affrontando un’inaspettata minaccia: le biciclette elettriche potenziate. Una recente indagine del governo olandese ha rilevato infatti che un quarto delle biciclette a pedalata assistita supera il limite. Nelle piste ciclabili il limite è di 25 km/h ma alcune e-bike e “fat bike”, quelle con pneumatici estremamente larghi, sfrecciano a 40 km/h, con conseguente pericolo per gli altri ciclisti, sopratutto per i più piccoli.

Lo scorso giugno, il parlamento dei Paesi Bassi ha votato una legge per vietare la riprogrammazione di velocità alle e-bike, ma al momento l’applicazione non sembra essere troppo severa. Esther van Garderen, direttrice dell’associazione ciclistica nazionale Fietsersbond, si sta battendo per una rapida applicazione del divieto di aumento della velocità e per vietare l’uso delle e-bike “truccate” nelle piste ciclabili: “Il problema – ha dichiarato – non sono le normali biciclette elettriche, ma quelle potenziate illegalmente, che sono di fatto dei ciclomotori illegali. Nei Paesi Bassi, da gennaio, i ciclomotoristi devono indossare il casco, avere 16 anni e la patente di guida, ma le “fat bike” illegali vengono ugualmente vendute a giovani sotto i 16 anni, che le usano a 40 km/h senza casco”.

Quest’autunno, la città di Amsterdam ridurrà i limiti di velocità da 50 a 30 km/h su centinaia di strade e sta anche studiando sistemi intelligenti per avvisare i ciclisti troppo veloci o addirittura costringere le biciclette elettriche a rallentare. “Due terzi degli abitanti di Amsterdam non si sentono sicuri nel traffico – ha affermato Melanie van der Horst, vicesindaco responsabile del traffico della capitale – “Per questo oltre l’80% delle strade diventerà una zona a 30 km/h e stiamo studiando un limite di velocità sulle piste ciclabili. La crescita del parco di veicoli elettrici comporta enormi differenze di velocità sulle piste ciclabili e gli studi dimostrano che ciò crea rischi.”

In Italia il problema non è ancora così sentito ma c’è da scommettere che la rapida diffusione di ebike e monopattini elettrici, incentivata anche dai bonus, renderà ben presto tutto questo un problema anche per il nostro Paese. (eg)