Calcio dilettanti – Crisi e rinunce, il panorama cambia

MANTOVA Come sarà il campionato prossimo venturo? Come verrà strutturato? Quante società riusciranno ad iscriversi? Possiamo fare delle ipotesi, da confermare una volta che sarà fatta chiarezza su tanti aspetti.
 Protocolli fondamentali – A quanto pare, le prescrizioni riservate ai non professionisti saranno diverse da A, B e C, e bisognerà capire in cosa differiranno. La salute di un calciatore di Prima Categoria, tuttavia, non può essere meno importante di quella di un calciatore dei “Pro”.
 L’incognita: come e quando ripartire – Da questo, e dall’evoluzione dell’epidemia, si capirà quando si potrà tornare a giocare. Partiamo da queste semplici constatazioni, perchè sono fondamentali per cercare di capire come si ripartirà. Non prima di ottobre, se non a novembre, con preparazione giocoforza posticipata a settembre. La data condizionerà i gironi: da 12 o da 14? Da 16 di sola andata?.
 In quante ce la faranno? – Anche questo è materia di dibattito: secondo alcuni studi a rischio ci sarebbero il 30% delle società dilettantistiche. Lo scopo di certe previsioni è anche quello di dipingere i peggiori scenari. La verità, probabilmente, sta nel mezzo: non più tardi di due settimane fa, il presidente del Crl Baretti aveva affermato di sperare che le sparizioni (sia per rinunce, sia per fusioni) fossero molte meno, magari un 10%. E già sarebbe un brutto colpo, per un movimento, quello lombardo, che lo scorso anno ha visto iscriversi un numero stabile di società, circa 1.200 (o meglio, 1.080 nel solo maschile, più un’altra ventina di serie D, che ovviamente non prenderemo in esame per i “calcoli” strettamente regionali; a queste vanno aggiunte le realtà femminili). In più, ci sono altre 250 società di puro settore giovanile. Insomma: se a rischio ci sono un centinaio di società, la prospettiva di ripescaggio per alcune delle nostre portacolori è concreta.
 Stabilire i verdetti – Occorre però, prima, stabilire i verdetti, perchè ad oggi la proposta della Lombardia sarebbe quella di bloccare le retrocessioni e promuovere le prime in classifica. Ma questo non lo può decidere, come hanno ricordato i dirigenti regionali, il Crl. Sarà la Figc a determinarlo, in base a ciò che disporrà il Consiglio Federale.
 Ripescaggi “facili”? Dipende – Molte società stanno sognando possibili salti di categoria. Verranno stabilite delle graduatorie che terranno conto delle classifiche. Tradotto: le seconde avranno molte chance (vista l’assenza di play off), saranno meno per le top 5, poche per quelle piazzate dal sesto posto in giù. In ogni caso, la presenza o meno di retrocessioni farà, come è logico, la differenza a livello di posti liberi. Qualche posto libero anche dall’assenza di verdetti nelle coppe.
 Mantovane “di rimessa” – Annata magra per le virgiliane, a livello di risultati (nessuna capolista se non nei gironi provinciali), buone speranze per Suzzara (terzo in Prima, blasone di peso), Curtatone (quarto) e Santi (piazza d’onore in Seconda), oltre al Sermide virtualmente sicuro. In Terza, alle spalle del Villi, Ostiglia e Soave hanno concrete possibilità. In Eccellenza uno spiraglio per il Castiglione c’è (gli impianti sono un punto a favore), la Gove sogna, ma l’ottavo posto alla sospensione può essere un ostacolo. Nessuna delle due farebbe drammi se restasse dov’è.