Calcio dilettanti – Pubblicati i protocolli: la partita salta dai 3 positivi

MANTOVA Come previsto, dopo lo start per gli allenamenti da contatto, grazie al riconoscimento da parte del Coni dell’”interesse nazionale”, l’Eccellenza ha un protocollo sanitario tutto suo, che le consentirà di portare a termine una mini-stagione che si giocherà tra aprile e giugno. Come già si sapeva, le regole sono state mutuate da quelle già in vigore nel campionato di Serie D e per le massime categorie del calcio femminile. Il protocollo diffuso ieri però non dà ancora un’informazione importante, ovvero quanti giocatori positivi potranno consentire il rinvio di una partita. Oggi arriverà una circolare per chiarire appunto questo aspetto, ma dovrebbero essere tre, mentre in D è previsto il rinvio quando ci siano più di quattro positivi o tre quando è compreso un portiere, o tre giovani “under”. Staremo a vedere, dunque, quali saranno i pronunciamenti ufficiali di coloro che dovranno decidere.
Tra le norme previste i test sierologici a tutta la squadra prima della ripresa degli allenamenti, più i “rapidi” da effettuare tra le 48 e le 72 ore prima della partita a tutto il gruppo squadra (ossia tra giovedì e venerdì prima del match). In teoria, qualora ci fosse un giocatore positivo, si potrà proseguire con partite e allenamenti, semplicemente allontanandolo dal gruppo. Ma qui entra in gioco un’incognita non da poco, visto che le Ats competenti spesso hanno agito interpretando in maniera molto diversa casi apparentemente simili. Dunque il protocollo c’è, con tanto di benedizione della Figc, ma in caso di positività le autorità sanitarie potranno dare disposizioni insindacabili e paradossalmente differenti per singoli casi simili tra loro. Tradotto: sui “contatti” del positivo, ossia i compagni di squadra, decide l’Ats come comportarsi. Come visto in questi giorni anche nella massima serie, casi particolari potrebbero accadere, anche e soprattutto, nel dilettantismo. Per tornare in campo dopo una positività ci sono due vie: o l’isolamento di 14 giorni, oppure quello di 10, con tampone molecolare che certifichi la negativizzazione. Anche questo sarà deciso di volta in volta dalle autorità sanitarie di competenza.