Calcio dilettanti – Ripartenza sì o no? Il lavoro è decisivo

Cosimo Sibilia
Cosimo Sibilia

MANTOVA Incassato il sostegno della Regione Lombardia, che ha promesso aiuti economici (altri dovrebbero arrivarne, almeno stando ai buoni propositi, dal governo) non resta che attendere il consiglio direttivo della Lnd per capire quali saranno le decisioni del massimo organo dei dilettanti in vista della ripartenza dell’Eccellenza, che il Crl vorrebbe tentare tra aprile e giugno. Zero o quasi le speranze di rivedere in campo le categorie dalla Promozione alla Terza.
Ma quali sono gli argomenti a favore o a sfavore di un’eventuale ripartenza?
Sicuramente tra i lati positivi ci sarebbe l’adozione del protocollo da Serie D, che sarebbe un banco di prova notevole per tutto il movimento dilettantistico: se le lombarde riuscissero a tornare in campo e a concludere il torneo, aprirebbero la strada (anche a livello pratico) ad un rientro in grande stile da settembre di tutto il panorama dilettantistico, confidando anche in un incremento sostanzioso della quota di popolazione vaccinata.
Inoltre sarebbe consigliabile anche giocare per designare le tre promosse in D, contando anche il fatto che almeno 4 retrocesse scenderebbero dalla quarta serie.
Tante le argomentazioni contrarie: molti hanno osservato che un campionato senza retrocessioni (come auspicato dal Crl) sarebbe poco competitivo e combattuto, inoltre le società sono spaventate dai costi (da corrispondere i rimborsi e i costi di trasferta, non proprio somme trascurabili) senza poter usufruire del pubblico pagante e del bar (incassi che arrivano anche a due o tremila euro per i match di cartello).
Molte società, infine, sono spaventate per le “defezioni” da parte di molti atleti, preoccupati, giustamente, per il posto di lavoro. Non è un mistero che molti datori di lavoro abbiano nemmeno troppo velatamente minacciato di conseguenze i calciatori dilettanti che dovessero essere contagiati o finire in quarantena per motivi sportivi. Ecco che, dunque, la soluzione, il cosiddetto “uovo di Colombo” potrebbe essere proprio la formula che, in subordine il Crl proporrà di poter effettuare alla Lnd: un campionato con le società che se la sentono di giocare (attualmente 24). In un momento come questo, sicuramente un’idea ragionevole.