Calcio Promozione – Lo Sporting Club si ferma: “Se contagiati, chi ci tutela sul posto di lavoro?”

Il presidente Devis Cavagna
Il presidente Devis Cavagna

GOITO Dopo un paio di giorni di preparazione, lo Sporting Club ha deciso di interrompere gli allenamenti, cominciati martedì scorso agli ordini di mister  Alessandro Novellini: lo comunica la società con una missiva inviata al presidente del Crl  Giuseppe Baretti e alla vicepresidente  Paola Rasori. La lettera, scritta dal presidente  Devis Cavagna sottolinea come siano emerse dallo staff tecnico e dai giocatori, rappresentati dal capitano  Marco Guidi, perplessità sulla gestione della situazione nel caso in cui, secondo gli attuali protocolli, un giocatore venga riconosciuto positivo al Covid, con una conseguente quarantena della squadra di un paio di settimane.
Il punto, sollevato per la verità anche da una precedente comunicazione del presidente asolano  Massimo Tozzo, è il seguente: calciatori, dirigenti e tecnici, tutti dilettanti e che svolgono sostanzialmente l’attività per passione, si domandano come verrà gestito un’eventuale contagio di un loro compagno, con la relativa quarantena, che comporterebbe anche grossi problemi sul posto di lavoro.
«I tecnici, giocatori, uniti anche ai tecnici del settore giovanile, svolgono l’attività sportiva dilettantistica spinti esclusivamente dalla passione per il gioco del calcio, essendo lavoratori dipendenti/liberi professionisti o studenti – si legge – che condividono un pensiero comune, esprimendo la mancanza di tutela per le loro attività lavorative e da studenti». Pertanto lo Sporting «sospende l’attività sportiva in essere in vista della preparazione, in attesa di ricevere quanto prima chiarimenti e soprattutto chiede al Comitato di porre l’attenzione nelle sedi opportune sulla problematica». La lettera è firmata dallo stesso patron Cavagna, da Guidi, Novellini e dal responsabile del settore giovanile Massimo  Rebecchi.
«Ci siamo presi alcuni giorni per riflettere – afferma il vicepresidente  Federico Salvetti – è una problematica sorta spontaneamente e su cui abbiamo discusso tra noi, che si aggiunge a quanto espresso nella riunione tra società mantovane. I ragazzi hanno discusso sulla gestione di un’eventuale quarantena e useranno questi giorni per parlare con i propri datori di lavoro di questa situazione, confrontandosi. Insomma: serve chiarezza, perché nel caso in cui ci fossero delle positività ci sarebbe il rischio, secondo le regole attuali, di grosse ripercussioni personali». Dunque un altro importante spunto di riflessione pone una problematica che rischia minare le prospettive di una ripartenza prevista tra poco più di un mese, se non consideriamo le coppe, programmate per il 13 settembre. La lettera è stata inviata in via Pitteri a Milano, sede del Comitato: di sicuro, nella riunione di lunedì tra il Crl e i delegati provinciali, ci sarà molta carne al fuoco.