Calcio Serie C – Il ds Battisti: “Mantova, niente drammi. Ma la strada per la salvezza è lunga”

Alessandro Battisti
Alessandro Battisti

MANTOVA Dalla trasferta di Carpi, il Mantova è uscito con le pive nel sacco. È stata una serataccia per la squadra, ma anche per il ds  Alessandro Battisti, espulso e (notizia di ieri) inibito fino al 2 marzo perchè, così si legge nel comunicato del giudice sportivo, “alzatosi indebitamente dalla panchina proferiva espressioni blasfeme e frasi irriguardose verso l’arbitro”. Di questo e altro parliamo col diretto interessato.
 Direttore, cos’è successo?
«È successo che l’espulsione ci poteva stare: effettivamente mi sono alzato per protestare e mi è scappata un’espressione blasfema. Ma non ho detto nulla contro l’arbitro. Perciò penso che la sanzione, giuridicamente parlando, sia abnorme. Infondata nella forma e nel contenuto».
 Le toccherà stare in tribuna per un mese…
«Questo mi dispiace molto».
 Che idea si è fatto della partita?
«Il risultato non rispecchia quanto visto in campo. Il Mantova ha disputato un ottimo primo tempo, creando più di un’occasione per portarsi in vantaggio contro una squadra che aveva grandi motivazioni. Non ricordo una parata di Tosi».
 Però quei due gol…
«Hanno svoltato la partita in una manciata di minuti. Non siamo stati esenti da colpe, specialmente sul primo dove abbiamo perso tre contrasti. Peccato».
 Il Mantova ha sempre tenuto il pallino del gioco: è un’aggravante?
«No. I gol si possono sbagliare, succede. E poi, per deformazione professionale (Battisti è un ex difensore,  ndr), io tendo a soffermarmi più sulle reti subite. La differenza sta lì».
 Guccione ha parlato di arbitri prevenuti nei vostri confronti. È così?
«Penso che, come facciamo errori noi, li possano fare anche loro. Detto ciò, non amo parlare degli arbitraggi».
 Domani subito in campo per il riscatto: al Martelli arriva il Padova…
«Una squadra di… Serie B. Oltretutto arrabbiata e affamata di punti perchè viene da due pareggi. Non basterà dare il 100%: servirà il 110. E speriamo sia sufficiente per uscirne indenni».
 Capitolo mercato. Che bilancio può fare?
«A gennaio si muove soprattutto chi cambia gli obiettivi. Non è il nostro caso: il Mantova sta facendo un bel percorso ed era fondamentale mantenere gli equilibri, sia di squadra che di spogliatoio. Ogni mossa è stata la conseguenza di un’altra».
 In che senso?
«L’arrivo di Zigoni, giocatore con determinate caratteristiche a livello di fisicità e struttura, va a colmare la partenza di Vano. Poi sono usciti Rosso e Cortesi ed è arrivato Sane, un ragazzo che in Primavera ha fatto vedere cose importanti».
 Nessun arrivo in difesa nè a centrocampo…
«In difesa abbiamo recuperato Baniya e Pinton, che sono a tutti gli effetti due nuovi acquisti. Per quanto riguarda il centrocampo, premesso che tutte le squadre sono migliorabili, abbiamo 6 elementi con caratteristiche diverse e che ce lo rendono assortito. Senza dimenticare giocatori duttili come Di Molfetta, Guccione, Silvestro o Pinton che possono adattarsi. A proposito di centrocampisti, fatemi spendere una nota per Zibert».
Prego…
«Nonostante sia stato poco impiegato nell’ultimo periodo, si è sempre allenato con grande impegno, senza mai dare segnali di insofferenza. Lo considero un esempio per tutto il gruppo».
 Qualcuno sostiene che il Mantova avrebbe dovuto investire di più in questo mercato…
«Io credo che la società non abbia lesinato sforzi per allestire una squadra competitiva. Abbiamo l’ottavo-nono budget più alto del girone e, fra le neopromosse in C, siamo il club che ha investito di più dopo il Palermo. Senza dimenticare che abbiamo trattenuto tanti giocatori che avevano richieste importanti».
 A quanto fissa la quota salvezza?
«Difficile prevederlo. Penso che, per tutti gli obiettivi, ci sarà da lottare fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. Ed anche salvarsi sarà dura».