Calcio Serie D – Pecchini: “Mantova, è un futuro tutto da scrivere. Noi siamo pronti”

Gianluca Pecchini ed Ettore Masiello
Gianluca Pecchini ed Ettore Masiello

MANTOVA Venti maggio: una data da cerchiare in (bianco)rosso sul calendario. Non ne fa mistero  Gianluca Pecchini, vicepresidente e socio della prima ora del Mantova 1911. Quel giorno andrà in scena il Consiglio Federale «e noi – dice Pecchini – ci aspettiamo la patente per la Serie C». Già, perchè solo con questa patente tra le mani in viale Te potranno finalmente procedere con la programmazione della prossima stagione, che segnerà il ritorno del Mantova tra i professionisti (riforme permettendo). Parlare del futuro del Mantova quando le bocce sono ancora ferme è arduo. Ma le questioni sul tavolo sono tante e non mancano nè le idee nè la buona volontà per affrontarle.
 Dunque, Pecchini, dal Consiglio Federale di mercoledì vi aspettate la C…
«Mi auguro sia un pro forma. Purtroppo siamo già in ritardo rispetto alle previsioni, ma il 20 maggio è ancora una data sostenibile».
 Perchè è così importante avere la certezza della promozione?
«Perchè solo con quella possiamo metterci al lavoro per la stagione 2020-21. Viviamo un presente complicato e all’orizzonte c’è un futuro imprevedibile e tutto da disegnare».
 La Lnd ha da sempre tenuto una linea attendista. Ha fatto bene?
«La Lnd è un partito che conta un milione di tesserati sparsi per l’Italia. Non era facile tenere tutto sotto controllo. La sua linea attendista, benchè criticata, è stata a parer mio la più intelligente per prendere le decisioni migliori. Oltre che per mantenere un confronto aperto e utile con le altre Leghe».
 Cosa succederà in viale Te dopo l’ufficializzazione della C?
«L’agenda, come potete immaginare, è abbastanza corposa. Comprende molte voci: rapporti con le istituzioni, convenzioni, rapporti con sponsor e televisioni, stadio, budget, organici, settore giovanile… Per questo dico che prima Setti, Masiello ed io potremo metterci al lavoro e meglio sarà».
 Siete in contatto con Setti?
«Lo è soprattutto Masiello. So che in questa fase le vicende della Serie A e del Verona lo impegnano molto».
 La sua presenza è una garanzia per il futuro?
«Sicuramente ci dà certezze e serenità. Però il futuro del Mantova dovrà passare anche attraverso il confronto con la città, con le istituzioni. La disponibilità e la collaborazione del territorio è importante per la crescita di una società».
 La riforma della C è ancora sul tavolo: che impatto può avere sul futuro del Mantova?
«Io non credo ci siano i presupposti per questa riforma. Sarebbe una rivoluzione senza preavviso, una sorta di golpe. Le regole del gioco vanno preparate per tempo, non cambiate a partita in corso».
 Ma nel caso venisse attuata? Inciderebbe sui programmi della società?
«E perchè dovrebbe? Prenderemo atto della situazione, usufruiremo degli sgravi finanziari e fiscali previsti e cercheremo di mantenere alto il livello di competitività. Insomma, faremo di necessità virtù».
 Lei è tra i soci fondatori del Mantova 1911. Ci sarà anche l’anno prossimo, nonostante la scadenza del piano triennale con cui si era presentato?
«Io mi trovo molto bene con Setti e Masiello. Quindi, se loro rimangono, sono disposto a farlo anch’io».
 Direttore sportivo e allenatore: avete già le idee chiare?
«Come sapete, le vicende tecniche non mi riguardano direttamente. Dunque non posso rispondere».
 Però può farlo sul settore giovanile, essendone il responsabile…
«Il vivaio è un tassello fondamentale. Quest’anno si è ricomposto, ha ritrovato un suo assetto. E contiamo di fornirgli ulteriore impulso il prossimo anno, perfezionandolo sul piano dei servizi e del rapporto coi genitori».
 Il centro sportivo è ancora un’idea realizzabile?
«Rimane un punto di arrivo, un obiettivo che ci siamo dati per il settore giovanile ma anche la prima squadra. Sarà uno degli argomenti degli incontri istituzionali che ci terranno impegnati dal 20 maggio in poi».
 Quali altri nuovi obiettivi vi ponete?
«Vorremmo ampliare il raggio d’azione in ambito sociale, cogliendo le opportunità che il territorio offre. Penso ad iniziative e sinergie con le scuole, con le associazioni per i disabili o con il calcio femminile».
 E per i tifosi?
«Sono allo studio iniziative a loro tutela. Per esempio un diritto di opzione per gli abbonati in caso di ingressi limitati allo stadio. Ma su questo versante è prematuro fare annunci».
 A cosa punterà il Mantova l’anno prossimo sul campo?
«A fare bella figura. Ad essere all’altezza del suo ruolo e della sua storia».