MANTOVA Non si direbbe giudicando a prima vista, eppure è vero, e con i numeri non si può certo barare: i cittadini del capoluogo nell’ultimo anno contabilizzato sono risultati più ricchi rispetto al 2022. Lo certificano le variazioni di bilancio appena votate dal consiglio comunale, le quali registrano entrate da Irpef comunale per 3,5 milioni, con un incremento di 200mila euro rispetto all’anno precedente.
Forse l’ente di via Roma ha aumentato le aliquote? «Assolutamente no – chiarisce il vicesindaco e assessore al bilancio Giovanni Buvoli –. Non abbiamo ritoccato le aliquote, che sono ferme all’ultima rimodulazione da noi fatta nel 2016. In quell’occasione, anzi, avevamo innalzato la soglia di esenzione a 220mila euro, che si rapportava a uno stipendio medio-basso di circa 1.300 euro netti al mese. L’Irpef comunale (esclusa quindi la parte che va allo Stato) andava pertanto applicata solo ai redditi superiori a quella cifra, ripeto, di 22mila euro lordi annui. Ma le aliquote non sono state più riviste, e sotto quella soglia nessuno paga un euro all’erario comunale».
Il dato oggettivo comunque resta che nelle casse di via Roma, in base ai consuntivi di luglio riferiti ai redditi 2023 e ai conseguenti versamenti, l’ente si ritrova 200mila euro in più. Se tanto ci dà tanto, è chiaro che i mantovani del capoluogo sono diventati più ricchi. Giusto? «Assolutamente sì – tira le somme Buvoli –. Dal momento che l’Irpef non è stata ritoccata e il gettito risultante da quanto i mantovani hanno dichiarato nelle proprie dichiarazioni dei redditi risulta più alto, ne consegue che i nostri concittadini stanno prendendo più soldi. Questo è un indicatore chiaro della ricchezza e del benessere dei mantovani. Nonostante questa esenzione “under 22mila”, il gettito è aumentato» conclude l’assessore.
I fattori che potrebbero avere determinato questa positiva evoluzione tributaria sono molteplici; taluni vanno in direzione del maggior reddito conseguito dai virgiliani di città, ma talaltri portano per converso a ridimensionare in negativo la stringa dei totali abbassando non di poco l’asticella. Intanto, partiamo dalla geografia della popolazione del capoluogo.
In città, stando alle ultime rilevazioni, convivono circa 8mila stranieri, molti dei quali disoccupati, e sicuramente, se pure occupati, ben difficilmente in grado di superare la soglia di esenzione dei 22mila euro. In seconda istanza, vanno messi nel novero della popolazione i 10mila minori non percettori di reddito, per i quali non si applica l’imposta sulle persone fisiche. Ulteriore tasto dolente, quello delle persone senza occupazione, che al lordo delle presenze straniere regolari va comunque stimato in percentuali che oscillano fra il 3,8 e il 4,8% del totale, e anche in tal caso non è possibile inserirle fra i contribuenti attivi. Restano tutti gli altri, compresi i 12mila pensionati che sul totale dei quasi 49mila cittadini censiti rappresentano comunque una percentuale consistente e degna di nota.
Ulteriore considerazione va spesa per i rinnovi dei contratti nazionali che hanno riguardato ampie fasce lavorative, ma solo a partire da quest’anno, e che pertanto daranno fiscalmente parlando i maggiori elementi di gettito non prima del prossimo anno.
A fronte di queste valutazioni, la conclusione è certa: i mantovani guadagnano di più, ferme restando le valutazioni sulla nota media di Trilussa.