MANTOVA «Constatato come a tutti evidente il minore utilizzo della sede e delle strutture nel periodo ottobre marzo condivideremo la ridefinizione razionale della fruizione dei servizi avendo tra l’altro come risultato anche la diminuzione dei consumi energetici». Questa la premessa con la quale si è aperta ieri l’assemblea della Canottieri Mincio, nelle risultanze di dati preoccupanti sia sotto il profilo dei costi “vivi” sia sotto quello delle debeanze di molti soci inadempienti nel versamento delle quote, e verso i quali dovranno essere adottati provvedimenti riscossori delle quote evase.
Intanto, è chiaro il quadro sul prossimo futuro: nell’assemblea presieduta dal presidente Gianni Mistrorigo, qualora i costi di gas e elettricità arrivassero a livelli troppo elevati o addirittura non sostenibili «dovremo nostro malgrado essere maggiormente incisivi con azioni progressive e di crescente intensità nel rispetto delle normative vigenti comunque preservando la funzione sociale e di aggregazione che contraddistingue la nostra società e avendo sempre come riferimento i periodi di effettivo maggiore utilizzo della sede da parte dei soci».
A parlare sono i numeri degli importi lordi. Rispetto alla bolletta di agosto 2021, che assommava a un costo di quasi 10,ila euro, quella dell’agosto scorso è andata a lambire i 30mila euro. A caduta, tutta una serie di problemi che abbracciano l’andamento gestionale e finanziario e il piano investimenti; il ritardo dei pagamenti delle quote, con recupero crediti e movimentazione dei soci; la procedura di esclusioni e di chiarimenti con procedure di ammissioni e recessi; la ridefinizione dei contratti per i posti barca. A margine, anche la web app per il pagamento delle quote associative e dei servizi tennis e padel, e le considerazioni sul valore delle quote di ammissione e le aspettative di determinazione della quota di frequenza nel 2023 da stabilirsi secondo la previsione statutaria a causa dell’inflazione.
Quanto alle insolvenze, ormai crescenti, l’assemblea ha rilevato che l’attuale impagato ammonta a 315mila euro e il totale degli importi passati in gestione esterna è di 270mila euro riferiti non solo all’anno 2022, ma anche ad altre precedenti annualità.
Vi sono inoltre 45mila euro così suddivisi: una ventina di pratiche affidate in precedenza ai legali della società per il recupero; una decina di piani di rientro; una quarantina di posizioni per le quali, vista la attuale esiguità del credito, non si è ritenuto di affidare a terzi la pratica.
Da ultimo, è stato ricordato all’assemblea dei soci Cano che l’unico modo per evitare l’accumulo di debito impagato nei confronti della Società è quello di esercitare il recesso secondo le modalità previste dallo statuto.
Essendo la società della “Mincio” una cooperativa con regole ben definite dal codice civile, la mancata frequenza della sede a qualsiasi titolo non fa decadere l’obbligo del pagamento della quota annua prevista.