Ambasciatore-calzolaio porta 70 infermiere albanesi a Mantova

MANTOVA – Al momento la questione del personale paramedico parrebbe non essere vitale all’Asst, ma come già dichiarato dal direttore generale  Raffaello Stradoni, nonostante le recenti stabilizzazioni di personale a tempo determinato, il problema delle carenze infermieristiche potrebbe presentarsi. E se il pubblico non piange, certo il privato non ride. Nei centri ospedalieri privati di  Guerrino Nicchio (Castiglione delle Stiviere, Volta Mantovana e il Green park di Dosso del Corso) la carenza si direbbe più strutturale. Era stato lo stesso Nicchio a parlare di “enormi difficoltà”.
Ed è a queste istanze che ha dato risposta  Petrit Kozeli, calzolaio di via Orefici, albanese ormai naturalizzato a Mantova, super-attivo nel creare ponti ideali fra il paese d’origine e la sua città d’adozione. Fra le numerose benemerenze ricevute dallo stato italiano, dalla Santa sede e dal proprio paese, Kozeli vanta anche quella di “ambasciatore della nazione”; un titolo che già ha fatto valere nell’interscambio Mantova-Tirana per la terapia del plasma iperimmune. Adesso, cercando di superare gli scogli burocratici sul valore dei titoli infermieristici dei due paesi, sta muovendo i due ministeri per portare a Mantova una settantina di infermiere.
La crisi pandemica sta seriamente minando la sua attività e i suoi redditi di artigiano, ma il tempo per lavorare a beneficio di tutti Petrit lo trova comunque. «Sono molto affezionato alla città in cui vivo con la mia famiglia e mi adopero come posso per risolvere quei problemi che leggo sulla stampa, creando un ponte di amicizia tra questi due popoli che sento entrambi miei – dichiara Kozeli –. Sono stato contattato dal presidente del Green Park sig. Guerrino Nicchio, il quale mi esprime l’esigenza che le sue strutture come l’ospedale di Castiglione delle Stiviere, l’ospedale di Volta Mantovana, la Casa di Cura Villa Azzurra a Borgoforte di Borgovirgilio, e lo stesso Green Park trovino al più presto personale infermieristico. Una carenza dovuta al fatto che i concorsi aperti nel pubblico hanno creato molte “fughe” dalle strutture private. A questa situazione particolare, per quel che posso, cerco di dare il mio contributo».
E non si tratta solo delle strutture di Nicchio invero. È lo stesso Petrit a confermare che «soffrono dalla scarsa presenza dei infermieri anche altri centri. Lo stesso mi ha detto anche il presidente della casa di cura “Boni” di Suzzara, Luca Talarico. Si sono rivolti a me per il fatto di buon rapporto che ho con il governo Albanese, visto che sono premiato anche dal primo ministro dell’Albania come “Ambasciatore della Nazione”. Adesso – prosegue Kozeli – stiamo combattendo con la burocrazia italiana per i riconoscimenti dei titoli di studio. Da parte albanese sarebbe tutto pronto. Ma come detto, il mio intervento ha un altro colore e un altro valore. Nel mio sentimento c’è anche la volontà di potere essere sempre in servizio del prossimo e di poter dare il mio umile contributo nell’aiutare, nelle mie possibilità, chiunque abbia bisogno. Aggiungo anche, a maggior ragione, che siamo in una pandemia globale, e ognuno di noi dovrebbe dare il suo contributo, per quel tanto o poco che sia», conclude Kozeli.