MANTOVA Il 22 dicembre 2020 è ufficialmente partito lo screening con test HPV (per la ricerca del DNA di Papilloma Virus Umano) di ATS Val Padana; alla prima seduta “pilota”, organizzata presso il Consultorio Familiare di ASST Mantova, in Via dei Toscani 1, erano presenti operatori sanitari e la dirigente dell’Unità Operativa Programmi di Screening di Popolazione del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria di ATS, dott.ssa Emanuela Anghinoni, la Coordinatrice delle Ostetriche di ASST Mantova, Sonia Ferrarini e tre Ostetriche del Consultorio Familiare di ASST.
L’organizzazione di questo screening, che previene l’insorgenza del carcinoma del collo dell’utero, ha comportato la messa in opera di un impianto tecnologico ed informatico tra ATS e ASST che consente la registrazione e il tracciamento del percorso dei campioni biologici prelevati per lo screening. Per garantire la corretta esecuzione di tutte le fasi testate, durante la seduta di screening erano in collegamento da remoto la Dott.ssa Rosa Rinaldi, Direttore dell’Unità Operativa di Anatomia Patologica di ASST Mantova (sede di uno dei 5 laboratori di Regione Lombardia per lo screening HPV) e i tecnici informatici delle due Aziende.
Il test HPV serve per rilevare la presenza di virus HPV ad alto rischio oncogeno, cioè i virus che possono causare il tumore del collo dell’utero. Lo screening con HPV è raccomandato dai 33-35 anni in avanti, perché nelle donne più giovani le infezioni da HPV sono molto frequenti e nella gran parte dei casi regrediscono spontaneamente.
Numerosi studi hanno dimostrato che lo screening con il test HPV – in sostituzione del Pap-test – è più efficace nel trovare le lesioni del collo dell’utero ed è quindi più protettivo. Il test HPV trova queste lesioni più precocemente ed è dunque sufficiente ripeterlo ogni cinque anni anziché ogni tre anni come il Pap test. La ricerca scientifica ha documentato a tal proposito che questo intervallo temporale è più efficace e che il rischio di avere una lesione dopo un esito negativo è estremamente basso; la ripetizione del test HPV dopo un periodo di tempo inferiore può comportare trattamenti inutili.
In termini pratici – come ha spiegato la dott.ssa Rinaldi – per la paziente che si sottopone allo screening HPV non cambia nulla: l’esecuzione del test avviene tramite prelievo che consiste in una delicata raccolta di cellule dal collo dell’utero in modo simile al Pap test e non è doloroso. Se una donna è invitata a fare lo screening con il test HPV si sottoporrà ad un unico esame che serve sia per l’HPV che per il Pap-test. Il Pap-test però sarà letto solo se il test HPV sarà positivo, come esame di completamento, in maniera tale da fornire indicazioni utili per i successivi controlli.
La prima seduta “pilota” dello screening con test HPV ha rappresentato un giorno molto importante per chi si occupa di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori – ha dichiarato la dott.ssa Anghinoni –, consolida la sinergia tra le due aziende ATS ed ASST, rafforza la rete di collaborazione tra operatori dei Servizi e Dipartimenti coinvolti e testimonia la forte volontà delle due Direzioni Strategiche di investire nelle azioni di prevenzione. Siamo partiti da Mantova, il modello organizzativo verrà testato nelle prime settimane del nuovo anno e, una volta formato tutto il personale sanitario dedicato, entro la fine di gennaio saranno spediti gli inviti per la popolazione.
Il programma di screening con Pap-test, così come conosciuto fino ad ora, subirà quindi la transizione verso il test per la ricerca del DNA virale (test HPV): nel corso del 2021 l’offerta si estenderà anche ai Distretti di ATS Val Padana di Cremona e Crema e nel corso dei prossimi 3 anni il nuovo protocollo di screening sarà a regime per tutte le oltre 170mila donne in età target (34-64 anni) di ATS Val Padana.