Bancarotta, il collaboratore di giustizia Signifredi assolto con formula piena

La vicenda riguardava il fallimento della società La Piramide

tribunale di mantova

MANTOVA Aveva chiesto di avvalersi del giudizio abbreviato condizionato alla produzione di determinate prove documentali. Sul banco degli imputati per il reato di bancarotta semplice Paolo Signifredi già condannato dal tribunale di Brescia nel processo Pesci, collaboratore di giustizia nel processo Aemilia, nonchè vittima lo scorso aprile di un brutale pestaggio a sfondo intimidatorio. La vicenda in questo caso atteneva al fallimento della società “La Piramide” srl con sede legale nel comune di Borgo Virgilio. Secondo quanto sostenuto dalla procura in fase di accertamento a carico di Signifredi non sarebbe stata rinvenuta la contabilità dell’azienda, rendendo così impossibile ricostruire entrate, uscite, versamenti Iva o Irpef. Lo scorso 29 gennaio si era tenuta l’udienza interlocutoria in cui il giudice istruttore Chiara Comunale era stata chiamata a pronunciarsi sull’ammissione o meno del rito alternativo; presente in videoconferenza da un luogo protetto anche lo stesso imputato. Il giudizio dopo il parere positivo del togato era stato aggiornato alla seduta di ieri. In detta circostanza al termine della requisitoria il pubblico ministero non ritenendo del tutto provato il reato a lui ascritto ha avanzato richiesta di assoluzione secondo quanto statuito dall’articolo 530 del codice di procedura penale. Proposta di non di colpevolezza avallata alla fine anche dalla decisione del giudice che ha emesso sentenza di assoluzione con formula piena.