MANTOVA Offriva piccole somme di denaro oppure ricariche telefoniche in cambio di prestazioni sessuali virtuali. A finire nella rete dell’adescamento online via chat numerosi ragazzini e ragazzine, tra cui anche mantovani, molti di età comprese tra i 13 e i 15 anni. A scoprirlo è stata la Polizia Postale della questura di Mantova, nell’ambito di una delle diverse operazioni atte a contrastare il fenomeno della pedopornografia minorile. Stando a quanto appreso dietro a queste richieste a luci rosse si nasconderebbe un altro minore, di qualche anno più grande, il quale prometteva in cambio di video o immagini intime delle sue giovanissime vittime, il pagamento informatizzato di piccole somme, 5-10 euro, tutte effettuate su conti Paypal. Ma non è escluso che l’adescamento abbia riguardato anche altri soggetti. Alcuni dei partecipanti alla chat erotica sono infatti già stati identificati ma le indagini, tuttora in corso, sono chiamate ora ad appurare se in realtà dietro il profilo social dell’adescatore o degli adescatori possa celarsi invece qualche adulto. I rischi che si annidano in rete per i nostri figli o nipoti sono sempre più hanno fatto sapere ieri mattina in una conferenza stampa in questura l’ispettore Luca Zardi, responsabile della Polizia Postale e il dirigente della Squadra Volante Gianna Adami. A tal proposito, proprio per sensibilizzare genitori e figli su questo argomento dagli uffici di piazza Sordello fanno sapere che a giorni inizieranno gli incontri, tenuti da esperti della Polizia di Stato mantovana, in particolare della Polizia Postale, negli Istituti di istruzione di primo e secondo grado della provincia, in accordo con il Provveditorato degli Studi. L’iniziativa si svolgerà nell’ambito di progetti di informazione ad ampio raggio, sia su come tutelarsi dai rischi e dai pericoli del web, che per quanto riguarda il fenomeno del bullismo e cyberbullismo, allo scopo di coinvolgere il maggiore numero di giovani e renderli consapevoli dei pericoli che si corrono. La Polizia di Stato inoltre raccomanda la massima attenzione dei genitori nei confronti dei figli minori che utilizzano i social networks, in modo spesso sproporzionato ed improprio, finendo talvolta vittime di organizzazioni criminali che li inducono a devianze di vario genere, creando, tra l’altro, danni psichici importanti e comportamentali. Le vittime solitamente prescelte da questi criminali sono adolescenti particolarmente sensibili, spesso con difficoltà a socializzare, bisognosi di essere ascoltati e di condividere le proprie esperienze.