Coltellate per un telefono e una catenina, giovane sotto accusa

MANTOVA Uno, quello più giovane che conosceva quantomeno di vista, l’avrebbe avvicinato chiedendogli in rigorosa sequenza una sigaretta, l’utilizzo del suo cellulare, 30 euro, per poi quindi aggredirlo con calci nel ventre e spray urticante al fine di strappargli la catenina dal collo. L’altro invece, quello più anziano e sin lì rimasto in disparte, sarebbe subentrato al complice in un secondo momento provvedendo nella circostanza ad accoltellare la vittima ai glutei, per poi darsi alla fuga assieme all’amico e a un magro bottino.
A riferire i dettagli dell’episodio violento in questione è stato, ieri mattina in aula, lo stesso 29enne tunisino assalito all’arma bianca e derubato da una coppia di magrebini, (poi arrestati), lo scorso 6 marzo lungo la Cisa a Cerese. La presunta vittima, non costituitasi a processo come parte civile ed escussa dunque come mero testimone della pubblica accusa, ha infatti ricostruito innanzi al collegio dei giudici il raid predatorio da lui subito in tale occasione e perpetrato in suo danno, attorno attorno alle 21,30 nei pressi del bar “London Manyi”.
Due come detto i soggetti finiti sul banco degli imputati e tuttora ristretti nel carcere di via Poma con le accuse di rapina in concorso e lesioni personali aggravate: il ventenne Ahmed Tabuti, il primo ad entrare in azione quella sera e avvalsosi del giudizio con rito abbreviato ancora da istruirsi innanzi al gup, e Ahmed Khaled, il trentenne ritenuto responsabile dei fendenti inferti al tunisino, scortato in tribunale dalla polizia penitenziaria. In particolare, stando all’ipotesi inquirente, la coppia di malviventi avrebbe dapprima avvicinato con una scusa il 29enne, in quel momento intento a rincasare in sella alla propria bicicletta dopo essersi recato al bar ad acquistare le sigarette; quindi dopo una serie di convenevoli e approcci soft ecco scattare l’aggressione fisica, prima da parte di Tabuti e quindi di Khaled. Accecata dallo spray urticante la vittima sarebbe stata infatti colpita a stretto giro da cinque fendenti al fondoschiena per poi, ferita e sanguinate, venire infine derubata di catenina d’oro e telefonino. Prossima udienza a metà ottobre.