Da opera d’arte a rifiuto urbano. Ma chi deve smaltire l’Arcipelago di Ocno, e soprattutto chi paga?

L'installazione Arcipelago di Ocno sul lago inferiore di Mantova

MANTOVA  L’Arcipelago di Ocno, realizzazione artistica realizzata dall’architetto Joseph Grima e fortemente voluta dal sindaco Mattia Palazzi durante l’anno di “Mantova capitale della cultura 2016” è tuttora nascosta presso uno dei tanti magazzini dell’area di Valdaro. Avrebbe dovuto essere ceduta al gruppo industriale Saviola per sbriciolarla e fare pannelli di truciolato di quelle piattaforme galleggianti ormai fradice, dopo due anni dalla posa, ma a quanto pare le stesse sono rimaste in carico al Comune. E il problema del loro smaltimento dovrebbe essere vincolato teoricamente al contratto con il progettista, che ne rimane proprietario. Sennonché la contrattualistica parla chiaro: mentre le piattaforme erano di proprietà dello stesso Grima, che le concedeva in comodato al Comune sino al febraio 2022, resterebbe da applicarsi la seconda parte del contratto: una sorta di conguaglio del Comune allo stesso archistar, che dopo i primi 180mila euro ne attenderebbe altri 30mila.
Era stata la stessa giunta comunale il 15 marzo del 2018 a conferire l’incarico al dirigente del settore lavori pubblici di trovare un luogo idoneo dove conservare il bene artistico dopo lo smontaggio e il disancoraggio dai fondali lacustri. Quel palcoscenico che consentiva ai mantovani e ai turisti di passeggiare sulle acque del lago, a nemmeno due anni dalla sua installazione, a causa del precoce deterioramento dei materiali, venne rimosso, nonostante il primitivo disegno dell’amministrazione di mantenerlo in loco, pur col parere contrario degli organismi di tutela ambientale.
Questi accessi agli atti hanno dato modo al capogruppo comunale di Forza Italia Pier Luigi Baschieri di sollevare una questione di merito: «Joseph Grima, artista di fama internazionale vicino all’ex ministro dei beni culturali Dario Franceschini, credo sia un genio per come ha gestito i rapporti col nostro Comune: è riuscito a farsi riconoscere 183mila euro (Iva inclusa) solo per l’affitto semestrale della sua opera prodotta nei cantieri navali liguri. Una volta incassato il “parcellone”, ha siglato un accordo con l’amministrazione per concedere in comodato d’uso gratuito il bene artistico sino al 28 febbraio 2022».
Inutile girarci attorno: quel bene artistico (invero non apprezzato da tutti) pare sia ridotto alla pari di un rifiuto urbano da smaltire nelle apposite discariche. «Non capisco per quale motivo il sindaco Palazzi non abbia ancora chiamato Grima per restituirglielo – aggiunge Baschieri –. Non vorrei che, oltre al danno, ci fosse la beffa, e prima o poi qualcuno venga a chiederci i costi di locazione di ciò che rimane delle isole di Ocno, o peggio quelli di smaltimento».