MANTOVA A distanza di un secolo, che cosa abbia rappresentato l’impresa fiumana hanno cercato di spiegarlo il giornalista e scrittore Davide Mattellini e lo storico Carlo Federico Simonelli nell’incontro organizzato da Assoarma, presieduta da Roberto Archi, e tenutosi nella sede del circolo unificato dell’esercito. Interventi allietati dagli intermezzi musicali della giovanissima arpista Lara.
Indubbiamente, per Mattellini, l’esperienza dannunziana di occupazione della città dalmata fu un atto di irredentismo, ma anche di utopia letteraria, e a supporto ha discusso dei riferimenti al “terzo luogo” enunciati dall’umanista Matteo Palmieri nel poema “Città di Vita” (proprio la definizione che d’Annunzio diede di Fiume). Meticolosa invece la ricostruzione storica delineata da Simonelli, responsabile dell’Ufficio Fiume al Vittoriale degli Italiani, con tutti gli addentellati politici e sociali che hanno attraversato gli anni dalla fine del primo conflitto mondiale sino alla conclusione del trattato di Rapallo e all’epilogo del “Natale di sangue”.