Il record peggiore: 5 omicidi nel 2018

Annus horribilis

Mantova Numeri alla mano quello che si avvia alla conclusione rappresenta senza ombra di dubbio l’anno horribilis di Mantova sul fronte degli omicidi. Cinque morti ammazzati nell’arco di dodici mesi costituiscono, soprattutto per una piccola realtà di provincia come la nostra, un saldo negativo senza precedenti. Una lunga scia di sangue partita nel capoluogo il 17 gennaio e conclusasi a fine novembre a Sabbioneta con la morte del piccolo Marco Zani. Nel mezzo i delitti di Canneto sull’Oglio, piazza Virgiliana e San Benedetto Po. Un record di certo non invidiabile che avrebbe potuto essere oltremodo più pesante dopo il brutale accoltellamento perpetrato ai danni dell’avvocato Luciano Menghini, la mattina del 13 dicembre a Sermide. Un 2018 nero che, sulla scia del duplice infanticidio di Suzzara occorso appena una quarantina di giorni prima, si era aperto come detto in città con il delitto del commerciante di Roverbella Sandro Tallarico, freddato con quattro colpi di pistola lungo la ciclopedonale in fregio al ponte di San Giorgio. Per tale assassinio era stato fermato il 72enne Brunetto Muratori, ex orafo nonché conoscente di vecchia data della vittima, attualmente detenuto nel carcere di Cremona. Nei suoi confronti, il prossimo 19 febbraio si aprirà il processo con rito abbreviato. Passando al secondo crimine dell’anno in ordine di tempo ecco, il 1° settembre, il pomeriggio di follia in centro a Canneto, quando la 58enne badante polacca Barbara Chmurzynska si presentò nella piazza principale del paese armata di un grosso coltello da cucina e con questo prima colpì a morte la bibliotecaria Paola Beretta per poi scagliarsi contro altre tre persone ferendole. La notte precedente la donna aveva tentato anche un’altra aggressione. Solo in un secondo momento si erano scoperti i gravissimi problemi psichici cui era affetta. La rassegna delittuosa verrà quindi aggiornata il 1° ottobre con l’omicidio di piazza Virgiliana; quella sera attorno alle 22.30, il 37enne Nicola Vignali, da poco tornato dal Brasile e in preda ad un raptus, aveva ucciso a coltellate e colpendolo al capo con una pesante statuetta di marmo, suo padre Paolo. Dopo una fuga durata dodici ore il presunto parricida era stato arrestato all’ospedale Borgo Trento di Verona. Esattamente due settimane dopo, nella notte tra il 14 ed il 15 ottobre a Brede di San Benedetto il quarto fatto di sangue: in quella circostanza era stato Roberto Michelini, 76 anni, a macchiarsi dell’omicidio del figlio della propria compagna, il 42enne Fulvio Piavani, ucciso da un colpo di pistola. Infine il 22 novembre la tragedia di Sabbioneta; il 54enne Gianfranco Zani, sottoposto giusto cinque giorni prima alla misura cautelare del divieto di avvicinamento a moglie e figli, avrebbe dato fuoco alla casa coniugale di via Tasso. All’interno della sua cameretta però si trovava il figlio 11enne Marco, deceduto in seguito alle esalazioni di fumo sprigionatesi durante l’incendio.