La libertà dentro le regole: l’attualità della pedagogia Montessori

MANTOVA “La libertà dentro alle regole” è il motto di Maria Montessori in quanto a tematiche a lei carissime quali l’educazione e la formazione del bambino, da 0 a 14 anni. Ne hanno discusso ieri nella Sala degli Stemmi, insieme a genitori, insegnanti ed educatori, esperti a livello nazionale della pedagogia montessoriana, in un evento che ha voluto analizzare la sviluppo infantile suddividendolo in tre fasi distinte, in relazione al raggiungimento di step evolutivi concatenati e conseguenti. “In tre anni ogni bambino riesce a compiere azioni, quali il camminare e il parlare, ad esempio, che i nostri antenati preistorici hanno fatto in un percorso evolutivo durato migliaia di anni. Non possiamo per questo considerare i “cuccioli d’uomo” come esseri incapaci, tutt’altro”. Patrizia Enzi, psicopedagogista, insegnante e formatrice presso l’Opera Nazionale Montessori, spiega come il movimento e il fatto di sapersi esprimere a parole rappresentino la grandissima capacità di adattamento del bambino “che tuttavia è in grado di estrinsecare solo quando si sente pronto, non quando lo richiede l’adulto”. Enzi caldeggia perciò un sostegno da parte della figura genitoriale, soprattutto in termini di vicinanza e di aiuto al fine di accrescere l’autostima del piccolo. “Aiutami a fare da me” è un altro slogan caro al metodo montessoriano che richiama quel concetto altrettanto famoso della “libertà” dello sviluppo infantile seppure all’interno di una cornice fatta di organizzazione e regole. “Quella che sembra una dicotomia insanabile, ovvero libertà e disciplina – chiarisce la dottoressa Giulia Consalvo, anch’essa formatrice Montessori e ricercatrice presso la libera università di Bolzano – è in realtà un binomio tipicamente montessoriano, convergente e niente affatto polarizzato, che si definisce in un continuum caratterizzato da equilibrio, ordine e armonia”.
Barbara Barison