Legge sanitaria. Forattini (Pd): “Nessuna apertura sulle esigenze locali”

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MANTOVA “Si è concluso oggi, dopo 16 giorni in Aula, l’iter della nuova legge sanitaria della Lombardia. Il voto di oggi non poteva che vederci contrari, per l’impianto generale di una legge che non risolve nessuno dei problemi attuali della sanità regionale, come le liste d’attesa, la carenza della medicina di territorio e lo sbilanciamento eccessivo verso la sanità privata. Ma anche perché non si è fatto nessuno sforzo di apertura verso le tante e circostanziate proposte che sono arrivate dalle minoranze, soprattutto per quanto riguarda le esigenze locali”.

Spiega così la consigliera regionale mantovana del PD Antonella Forattini il voto contrario espresso, oggi, alla riforma sanitaria Fontana-Moratti, dopo una lunga maratona in Consiglio Regionale.

“Mi lascia amareggiata soprattutto la decisione della maggioranza di non prendere nemmeno in considerazione gli ordini del giorno riguardanti temi locali. Una grave mancanza e uno schiaffo alle esigenze dei cittadini. Nelle mie proposte, mi ero fatta carico di portare avanti le necessità della provincia mantovana, così come erano state espresse nel Documento del Tavolo della Sanità Mantovana, sottoscritto da Sindaci, sindacati e da noi consiglieri regionali, compresi

Temi come l’istituzione di una ATS mantovana separata da Cremona, il potenziamento degli ospedali di Mantova, Asola e Pieve di Coriano, il distretto sanitario Viadanese-Casalasco, l’adeguamento di attrezzature e personale, lo sviluppo della medicina territoriale, sono questioni vitali per la nostra provincia.

Con l’approvazione di questa legge sanitaria, invece, il centrodestra ha dimostrato ancora una volta di essere sordo di fronte alle richieste provenienti dai territori”.