L’odissea di una donna invalida per usare il bagno dell’Inps

MANTOVA I bagni dell’Inps? Roba di lusso, niente da dire, solo che per usarli è più complicato che entrare in un ministero, e se uno ha problemi di deambulazione si trova addirittura in una situazione paradossale. È quanto ha potuto appurare una donna di 60 anni, invalida all’85%, residente in provincia che ieri mattina era nella sede di viale Fiume con il marito. «Io cammino con fatica – ha spiegato la donna -, per cui se devo fare dei tratti un po’ lunghi uso la sedia a rotelle. Questa mattina (ieri,  ndr) con mio marito avevamo appuntamento all’Inps in un ufficio al primo piano. Mentre eravamo in attesa ho avuto bisogno di andare in bagno. Mi sono trovata di fronte a ben quattro porte – aggiunge – due delle quali con il simbolo per i disabili; solo che erano tutte chiuse a chiave e c’era un biglietto che avvisava gli utenti che per usarli bisognava rivolgersi alla guardia giurata che è al piano terra». La 60enne, piuttosto incredula, era così costretta a scendere al piano terra, dove la guardia giurata (che aveva incrociato al primo piano,  ndr), le consegnava la chiave per il bagno trattenendo la sua carta d’identità. «Fortuna – aggiunge la donna – che ho trovato una guardia molto gentile che mi ha accompagnata al primo piano e ha aspettato che uscissi per riprendersi la chiave e ridarmi i documenti, se no sarei dovuta tornare al piano terra e poi di nuovo di sopra. “Mi spiace” ha detto la guardia, “ordini dall’alto per colpa di chi lascia sporco”. I bagni, devo dire, sono bellissimi e sono tenuti benissimo – conclude la 60enne -; è tutto il resto che è decisamente scandaloso». Fortuna che c’era la carta igienica, se no altro giro.  (cad)