Omofobia? Interrogazione al ministro contro i vertici mantovani dell’Ordine degli avvocati

MANTOVA – «È legittimo che un presidente di un ordine professionale si esprima sulla stampa e pubblicamente contro una collega, oltretutto a nome di tutti gli iscritti, non preventivamente interpellati, tentando così di arrogarsi il diritto di uniformare al pensiero di pochi l’intera categoria forense e senza che siano state accertate responsabilità disciplinari?». Questo l’interrogativo che il senatore leghista  Simone Pillon ha indirizzato al ministro competente in relazione al caso mantovano che ha visto un avvocato prendere posizione riguardo a temi come l’omosessualità e le pratiche educative nelle scuole. In seguito a tale controversia, sfociata in un flash mob in piazza Sordello organizzato da numerose associazioni, fra cui l’Arcigay La Salamandra, l’ordine degli avvocati di Mantova ha preso le distanze dall’avvocato, ricevendone per contro la richiesta di dimissioni da parte del legale dello stesso, in quanto non sarebbero state rispettate le necessarie garanzie procedurali e si sarebbe dato corso a un processo mediatico senza nemmeno avere sentito l’interessato.
Nell’interrogazione, Pillon precisa che nell’articolo dello stesso Ordine «i presidenti dichiaravano di ritenere la collega colpevole di avere espresso opinioni irrispettose dell’uguaglianza e denigratorie per la categoria forense, perché contrarie allo stile di vita del ragazzo omosessuale. Pochi giorni dopo è stata resa pubblica sui social network una lettera a firma del presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Mantova, in cui quest’ultimo, dichiarandosi portavoce di tutti gli iscritti all’ordine, esprimeva disappunto, disapprovazione e desolazione per la “collega omofoba”, tacciandola anche di incapacità professionale e rendendone pubblico il nome».