Palazzi: “La nuova Piazza Alberti sarà un progetto condiviso”

MANTOVA Parola al sindaco. Dopo tanti “no” al progetto di restyling di piazza Alberti sui social network o sulla stampa,  Mattia Palazzi si dichiara disponibile a rivedere, laddove serva, lo studio di fattibilità già presentato e, se caso, a mediare con chi di dovere. Purché – beninteso – si faccia.

Sindaco, a che punto è l’iter delle autorizzazioni per la nuova piazza Alberti?
«È in corso il confronto e la condivisione con la Sovrintendenza; si sta lavorando in sintonia. Confido in tempi idonei per poter iniziare i lavori già questa estate».
Da più parti lo studio di fattibilità presentato è giudicato invasivo, oppure viene giudicato positivamente solo per l’eliminazione delle auto. Non potrebbe fermarsi a questo?
«No, perché se guardate la piazza senza auto vedete quanto la pavimentazione sia sconnessa. Ma tutte le critiche vengono ascoltate: su alcune di esse siamo d’accordo e stiamo affinando il progetto, su altre invece no. Mi spiego: sono per un progetto pulito ed essenziale, ma non condivido la tesi che le piazze siano fatte per essere contemplate. Le piazze sono fatte per essere vissute e quindi il progetto terrà conto di una piazza che tornerà ad avere il mercato, come era decenni fa, e iniziative culturali. L’idea di una città bloccata per essere solo “contemplata” non mi convince».
Paola Bulbarelli chiede lo spostamento anche dei citybin. Ci fa un pensiero?
«Più di un pensiero: lo abbiamo già previsto mesi fa. Naturalmente i residenti dovranno fare cinquanta metri in più per la raccolta differenziata».
Prenderà in considerazione i rilievi di Bucci, di Italia Nostra e altri (per esempio, l’ex giudice Scaglioni)?
«Lasciamo lavorare i progettisti che sono davvero competenti, e vedrete che sarà un lavoro apprezzato da tutti, ricco di cultura e d’intelligenza. D’altronde, uno dei due progettisti ha insegnato 12 anni progettazione al Politecnico, 6 come assistente e altri 6 come ordinario».
La riqualificazione di piazza Alberti non c’era nei suoi programmi, o quantomeno in quelli elettorali. Come mai lo è diventata, visto che molte altre strade stanno soffrendo di maggior degrado o scarsa manutenzione?
«Perché corrisponde alla nostra visione di una città più bella e più viva, capace di ritrovare appartenenza in uno spazio pubblico riqualificato e nei suoi simboli, come la torre della Gabbia. Inoltre il successo di Chagall, che chiuderà con oltre 70mila ingressi, ci dice che avere riportato al centro eventi espositivi alla Ragione richiede di ritrovare spazi nelle piazze per godere appieno del nostro straordinario centro storico. C’era, e in parte c’è ancora, troppo disordine e caos. Se ricordate, due anni fa abbiamo sgomberato dai portici i vari banchetti che ostruivano; riqualificare e togliere auto da piazza Alberti ha lo stesso significato».
Dai costi dei lavori di piazza Alberti, dice l’assessore Martinelli, dipenderà la realizzazione di altri interventi; per esempio, di corso Umberto I, la cui pavimentazione è disastrosa. Non pensa di potere invertire queste due priorità?
«No, perché rifare corso Umberto I richiede somme oggi non disponibili e richiederebbe mesi di cantiere, e nell’anno dello sport e di Giulio Romano non possiamo permettercelo. Ma in corso Umberto I interverremo per togliere la barriera data dai porta-bici a fianco del teatro Sociale e proveremo a ridurre alcune barriere architettoniche».
A chi dice che la “sua” piazza equivale alla domus, o alla vasca battesimale che si voleva fare in Sant’Andrea, cosa risponde?
«Non ha senso nemmeno rispondere: punto primo, perché la domus, che io ho ereditato e rispetto alla quale ero e resto contrario, è un nuovo volume che ha spezzato l’omogeneità della piazza. Nulla di tutto ciò esisterà in piazza Alberti. Punto secondo, perché non è prevista nessuna vasca. Insomma, sono paragoni privi di qualsiasi senso e realtà».