Palazzi sul Migliaretto: “Aiutiamoci senza farci la guerra”

MANTOVA Inutile farsi una guerra se gli obiettivi possono coincidere. Questo il tenore della missiva spedita ieri dal sindaco  Mattia Palazzi al governatore  Attilio Fontana circa la rivendicazione dell’area del Migliaretto. Area che il sindaco vorrebbe destinare a parco periurbano attrezzato, con presenza di piazzola per elisoccorso.

Nella pec diretta al Pirellone il primo cittadino rende noto che in pochi giorni la sottoscrizione da lui avviata ha toccato quota 3.600 firme. Ma i toni in generale sono di mutuo soccorso: «Le scrivo per fugare ogni possibile dubbio confermandole formalmente che la volontà dell’amministrazione di ottenere la concessione dell’area Migliaretto, senza vincolo aereoportuale, per destinarla ad un grande parco urbano, è perfettamente compatibile con la presenza della piazzola per l’elisoccorso», dunque, senza conflittualità fra le rivendicazioni di Mantova e di Milano.
E per favorire la collaborazione tra istituzioni Palazzi sottolinea che la sua proposta «potrà rispondere a differenti, ma non confliggenti, bisogni del territorio. Bisogni tutti inerenti il benessere e la salute dei cittadini mantovani, e che si identificano nell’opportunità da un lato di dotare la città di un grande polmone verde attrezzato per sportivi e famiglie, e dall’altro di ospitate al suo interno una piazzola dedicata al servizio di elisoccorso».
La proposta del sindaco può sostanziarsi nell’impegno da parte del Comune di farsi carico della creazione della piazzola di elisoccorso, unitamente ad Areu e all’azienda ospedaliera Carlo Poma; dal canto suo la Regione dovrebbe solo «permettere che l’area, liberata dal vincolo aeroportuale, sia assegnata in concessione al Comune per lo sviluppo di un progetto frutto della volontà del territorio e fortemente sostenuto dai mantovani. Ad oggi infatti, in soli 3 giorni sono state raccolte oltre tremila firme a sostegno del parco». In chiosa, un appunto su cui un amministratore leghista non può dirsi insensibile: «La volontà del sindaco di difendere l’autonomia progettuale della città su un’area strategica, abbandonata da oltre quarant’anni».