Performance: alte specialità in crescita, meno ricoveri inappropriati, si riducono gli accessi al Pronto Soccorso

MANTOVA  Una riorganizzazione dei blocchi operatori, con la creazione della Recovery Room per i pazienti post operati. Una riduzione dei tagli cesarei (-1,1 per cento) e un aumento dei parti naturali con analgesia (+8,6 per cento). Una riduzione dei ricoveri inappropriati, trend in continua diminuzione, che si mantiene al di sotto del target ministeriale (6,5 per cento nel 2018, contro i 4,6 per cento nel 2019). Un incremento della casistica trattata nell’ambito delle alte specialità (+ 963 casi rispetto al target).

Sono alcuni dei dati che emergono dalla Relazione sulla performance 2019, un documento che ogni anno viene stilato dai professionisti del Controllo di Gestione di ASST, ai sensi della normativa vigente, per verificare il raggiungimento degli obiettivi legati all’attività dell’azienda. Uno strumento di lavoro fondamentale, che viene portato all’attenzione di tutti gli stakeholders.

Viene analizzato l’andamento dei progetti più significativi e i numeri, confrontando l’anno in questione con il precedente sulla base di alcune dimensioni di analisi con riferimento ai risultati ottenuti: dimensione dell’efficacia, qualità dei processi organizzativi, appropriatezza e qualità dell’assistenza, accessibilità e soddisfazione dell’utenza.

In quest’ultimo capitolo, ad esempio, emerge un miglioramento delle performance relative alla riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni in regime di ricovero: 90,4 per cento nel 2019, contro l’86,9 per cento del 2018. Stesso andamento per i tempi d’attesa delle prestazioni ambulatoriali (97 per cento nel 2019 e sempre oltre il 95 per cento, target fissato dalla Regione, nel 2018). Dato incoraggiante anche per il percorso di presa in carico del paziente cronico, dove la sottoscrizione dei Piano di assistenza individuale (Pai) si attesta al 95,45 per cento, ben oltre il target regionale dell’80 per cento).

Il documento presenta inoltre una sintesi in numeri dell’anno 2019, messi a confronto con il 2018, che può rendere l’idea del volume e della complessità dell’attività messa in campo dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale: 33.318 ricoveri (-887) e un peso clinico pari ad un +4 per cento rispetto al 2018; 3.770.417 prestazioni ambulatoriali (+49.913). Da sottolineare la riduzione degli accessi in Pronto Soccorso, 107.183 nel 2019, contro i 113.980 (-6.797). E ancora: il Serd ha erogato 2.461 trattamenti (+232), il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata ha assistito 9.068 pazienti.

Fra i progetti degni di nota, c’è appunto la riorganizzazione a livello aziendale dei blocchi operatori, che ha previsto l’esecuzione di audit per verificare il mantenimento dei corretti percorsi igienico-sanitari sporchi e puliti dei pazienti e dei materiali. A Mantova è stata realizzata l’ala rosa destinata ricovero delle pazienti della Senologia (due stanze dedicate) nell’area ambulatoriale della Chirurgia e Urologia, al terzo piano del blocco A.

È stata inoltre creata la Recovery Room, attivata ufficialmente il 13 gennaio 2020, che ha permesso di ampliare le postazioni di monitoraggio postoperatorio – zona risveglio – presenti nel blocco operatorio dell’ospedale di Mantova. La Recovery Room è composta da 4 posti letto tecnici per i pazienti più complessi provenienti dalle sale operatorie durante la delicata fase di recupero dall’anestesia. L’obiettivo principale è la stabilizzazione del paziente postoperato prima della dimissione verso il reparto di degenza o verso il reparto di Rianimazione.

Questa nuova modalità organizzativa intende ottimizzare l’appropriatezza dell’occupazione dei posti letto della Terapia Intensiva Anestesia e Rianimazione, poiché i pazienti operati che necessitano di un periodo di monitoraggio postoperatorio inferiore a 6 ore e senza presumibili complicanze acute non vengono più trasferiti in Terapia Intensiva, ma indirizzati ed assistiti in Recovery Room.

È stata inoltre definita, in accordo tra i presidi dell’azienda, la Rete delle Chirurgie, in base alla quale sono state concordate le tipologie di interventi che vengono eseguiti in ciascun presidio ed è stata condivisa l’organizzazione dei professionisti. Questa strategia organizzativa permette l’ottimizzazione dell’offerta per il bacino d’utenza e al tempo stesso la crescita e lo sviluppo professionale equilibrati per tutti i professionisti, a ulteriore garanzia di qualità della prestazione erogata.