Piano energia, ambiente e clima. Forattini: serve più coraggio

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MANTOVA «Si tratta di un documento poco coraggioso con obiettivi ambiziosi che non sempre trovano la concretezza nelle scelte compiute da Regione Lombardia» è così che la consigliera regionale Antonella Forattini, capodelegazione Pd in commissione Ambiente, ha commentato il Piano regionale per l’energia, l’ambiente e il clima votato ieri in aula consiliare. «Ci confrontiamo ormai con parametri europei non di poco conto e obiettivi ambiziosi, pertanto quando parliamo di arrivare al 60% della riduzione di emissioni di Co2 entro il 2030, noi non possiamo più permetterci deroghe – spiega Forattini – ma anzi dobbiamo accelerare in modo significativo, rivedendo anche le stesse dotazioni impiantistiche di produzione energetica e quelle in fase di autorizzazione. I margini sono stretti e sarà probabilmente necessario rivedere l’approccio relativo alla riduzioni dei consumi tra il 28 e il 32% e spingere molto di più sulle energie rinnovabili» dice la consigliera dem che ha presentato alcuni emendamenti specifici riguardanti l’aspetto occupazionale e la mobilità ciclabile. Sulla questione è intervenuta anche Patrizia Baffi, consigliera di Italia Viva, che ha sottolineato che «servono maggiori tutele per il suolo agricolo lombardo ed in particolare occorre rendere più stringenti le limitazioni in relazione alla possibilità di installare impianti fotovoltaici a terra su suolo agricolo». A tale proposito ieri Baffi ha presentato due emendamenti a modifica e integrazione dei contenuti dell’Atto di indirizzi per la definizione del Programma Regionale Energia Ambiente e Clima (Preac). «Tali restrizioni devono – ha spiegato – essere introdotte ora nel Preac che Regione Lombardia si appresta a predisporre, in quanto si tratta dello strumento di pianificazione deputato a definire le aree non idonee alla installazione di specifiche tipologie di impianti a fonte rinnovabile e ad individuare gli impianti non idonei e gli impianti istruibili per ciascuna delle categoria in cui sono classificate le aree stesse».