MANTOVA Secondo il Centro studi Cisl, condotto sugli ultimi dati dell’Osservatorio del precariato dell’Inps, traspare un situazione critica sul versante dei livelli di precariato nel mantovano rispetto a quello riscontrato a livello Lombardo, specie per quanto riguarda le fasce giovanili.
Nel 2023 le assunzioni a contratto a tempo indeterminato, per le differenti classi di età fino a 29 anni e oltre 51 anni, sono state 7.056, di cui il 54% ossia 3.840, nella fascia da 30-50 anni, mentre fino a 29 anni sono state 1.560 e oltre 51 anni sono state 1.656.
Questo dato, rapportato al totale delle nuove assunzioni pari a 38.867, porta ad avere in provincia di Mantova una percentuale di nuove assunzioni, con contratti a tempo indeterminato, al 18% a cui si aggiungono i contratti in apprendistato, pari a 1.688, per una percentuale di contratti stabili del 22%, quando in Lombardia è stata del 28% .
Il totale delle nuove assunzioni con contratti flessibili, pari al 78% del totale delle nuove assunzioni, è dato dai contratti a tempo determinato pari a 14.372, che rappresenta il 37% del totale delle nuove assunzioni e il 48% delle nuove assunzioni con contratti a termine; contratti in somministrazione pari 8.069 e rappresentano il 21% sui tutti i contratti e il 27% su quelli flessibili; i contratti stagionali sono stati 696 pari al 2%; quelli intermittenti sono stati 6.986 (il 18% sul totale) e pari al 23% sui contratti a termine.
«Il dato critico riguarda i giovani – spiega il segretario generale territoriale Dino Perboni –: nel 2023 le assunzioni sono state 13.928 pari al 36% del totale, ma ben 10.735 sono gli assunti con contratti a termine. Questo significa che il 77% dei giovani è in condizioni di precarietà occupazionale, mentre la media lombarda è del 76%, che indica chiaramente quant’è alta la precarietà lavorativa dei nostri giovani».
La Cisl ritiene necessario realizzare un’intesa territoriale sulle nuove generazioni, sui giovani, attraverso la leva delle assunzioni stabili e durature da parte delle imprese, l’introduzione di agevolazioni fiscali e amministrative, alle imprese che assumono giovani, da parte degli enti locali e della società da essi controllate, alla costituzione di un raccordo stretto fra scuole, enti di formazione e università con il mondo del lavoro.
«Tutto questo richiede un sistema di rete fra istituzioni e istituti scolastici, universitari e della formazione professionale, Camera di Commercio, associazioni datoriali e sindacali», conclude Perboni.