MANTOVA – Già le rette sono aumentate in alcune strutture di accoglienza per anziani, ma non finirà qui. A paventarlo è Sinistra italiana, la cui posizione trova del resto riscontro in alcuni precedenti. Per esempio, già alla fondazione “Monsignor Mazzali” sono stati epportati incrementi sulle rette dei posti letto nella Rsa di 2 auro al giorno. Un aumento contenuto solo per il fatto di avere raschiato il proverbiale barile delle riserve accumulate nei bilanci degli anni passati. E d’altro canto la fondazione di via Trento non dispone di contributi comunali.
Discorso diverso lo scorso anno si è fatto per le due Rsa comunali, la “Bianchi” e la “D’Este”, entrambe gestite dall’Aspef, dove solo una iniezione di 400mila euro attraverso due variazioni di bilancio da parte del Comune ha evitato che anche in questo caso si potesse dare corso a un incremento dei costi per ospiti e famiglie. All’aumento dei costi per personale, sanificazioni e materiale anti-covid fa da contraltare una sensibile riduzione delle entrate lamentata dalla stessa Aspef nella rendicontazione del piano gestionale: minori ricavi da utilizzo dei nuovi posti letto nella Rsa “Bianchi”, minori ricavi per la riduzione degli accessi al centro diurno (solo 8 presenze sulle 20 accreditate), minori ricavi per la riduzione al -5% del tasso di saturazione nei posti a contratto dlle Rsa, e ancora minori ricavi per la riduzione al 16,7% del tasso di saturazione del Css.
Da questo quadro muove il timore di Sinistra italiana, che però allo stato dei fatti non trova riscontro nelle previsioni del welfare comunale. A detta dell’assessore alla partita Andrea Caprini, «Che le Rsa abbiano sofferto nel far quadrare i bilanci con il covid è risaputo. Ci sono state limitazioni a nuovi ingressi per ospiti, quindi camere vuote e servizi dimezzati… Ma noi siamo intervenuti in sede di variazioni di bilancio per Aspef nell’autunno 2020. I conti che ha fatto Banzi però non li conosco», conclude Caprini.