MANTOVA Una società con un capitale sociale di 100 euro e un funzionario di banca mantovano e incensurato che ricopriva il ruolo di amministratore unico. Dietro questa società e questo amministratore unico, secondo la Polizia, ci sarebbe il rischio di infiltrazione da parte della ‘ndrangheta. La società, che si chiama Calamita Srls, costituita il 26 aprile dello scorso anno, e il suo amministratore unico S.P., un 54enne di Mantova, gestivano la sala scommesse di viale Partigiani, la cui licenza è stata revocata ieri dal questore di Mantova Paolo Sartori. Il provvedimento è stato adottato in conformità all’interdittiva antimafia emessa dal prefetto di Mantova Carolina Bellantoni “dopo che erano emersi consistenti rischi da parte di esponenti della criminalità organizzata calabrese – spiega una nota della questura -, a seguito di mirate indagini condotte dalla Questura di Mantova”. Da questi accertamenti sarebbero infatti emersi dei collegamenti tra la Calamita Srl con esponenti che gravitano egli ambienti della ‘ndrangheta della zona di Vibo Valentia. Calamita Srls sarebbe stata costituita il 26 aprile 2018 dopo che nel novembre dell’anno precedente erano emersi presunti collegamenti con la criminalità organizzata calabrese nei confronti di uno dei titolari della Strike Srls, società che gestiva la sala scommesse di viale Partigiani. Lo scorso giugno quindi, quando scattava l’interdittiva antimafia per la Strike, la gestione della sala scommesse passava a Calamita Srls, società che oltre ad avere come amministratore unico un funzionario di banca incensurato, aveva come socio proprietario del capitale societario (da 100 euro!) prima un 40enne di Bozzolo, che lo scorso 13 febbraio ha ceduto le sue quote a un piacentino. Nel frattempo nella sala scommesse di viale Partigiani risultava alla Polizia che fosse stato assunto come dipendente il titolare. Nello stesso tempo sempre alla Polizia non risulta che si sia mai visto nella sala scommesse il mantovano amministratore di Calamita srls, mentre durante uno dei frequenti controlli effettuati dalle forze dell’ordine era stato trovato a gestire le scommesse, un altro calabrese a suo tempo indagato per presunti collegamenti con la ‘ndrangheta dalla Dda di Catanzaro.