MANTOVA “Un po’ colpa mia, un po’ colpa tua… sposiamoci”. Biagio Antonacci parte così, sulle note di Convivendo. E la Gp Arena subito s’infiamma. Del resto, non sappiamo di chi sia esattamente la colpa, ma una cosa è certa: tra Biagio e il suo pubblico il matrimonio funziona alla grande. Il concerto di ieri sera ne è stata l’ennesima riprova. Antonacci non ha album in promozione, quindi ha riempito la scaletta di successi. Per la gioia dell’Arena. Una scaletta sapientemente dosata, che ha alternato ballatone (da Mio padre è un re a Quanto tempo e ancora, passando per Non ci facciamo compagnia) a pezzi rock (Il mucchio, Angela, Non è mai stato subito). Lui al centro della platea, perchè proprio al centro era posizionato il palco. Lui in gran forma e gigione come sempre, talvolta in eccesso. Ed è questo forse l’unico neo della serata, e in generale dei live di Antonacci: la simbiosi col pubblico è talmente forte da andare a discapito dell’interpretazione, che talvolta ne esce poco curata. Con strofe più parlate che cantate, quando non inutilmente urlate. Un peccato, perchè la voce al buon Biagio non manca di certo. Un peccato comunque veniale per i suoi fans, che lo adorano e sopra tutto passano.
Dicevamo della scaletta. Abbraccia una carriera lunga oltre 30 anni e ricca di belle canzoni, che Antonacci alterna a sermoni accorati sull’amore, la vita e le sue mille sfaccettature. I momenti più intensi giungono sulla carnalità spirituale di Buongiorno bell’anima, ma anche sulla profondità di Se è vero che ci sei. E ancora: i due pezzi regalati all’amica Laura Pausini, Vivimi e Tra te e il mare; la sensualità di Pazzo di lei e la malinconia di Sognami. La scatenata Non vivo più senza te chiude il concerto prima di altri quattro bis strappa applausi e squarcia ugole: Liberatemi, Iris, Telenovela e Se io se lei. Arena in delirio. Biagio ancora una volta non si è risparmiato.
Gabriele Ghisi