Elvia Wilk riporta la natura al centro della discussione

MANTOVA «La letteratura può salvare il mondo ma da sola non salverà il problema del cambiamento climatico. La letteratura è speciale, non va avanti per casualità: tutto dipende da come concepiamo l’interconnessione e la scala degli eventi e dei suoi personaggi», queste le parole della narratrice, poetessa, giornalista ed editor di base newyorkese Elvia Wilk.
Al centro dell’incontro, moderato da Fabio Deotto, la raccolta di saggi “Narrazioni dell’estinzione“ (ed. ADD) dove l’autrice ripercorre il rapporto e l’interconnessione tra natura ed essere umano: un tema oggi più che mai importante e che dovrebbe essere sempre più centrale nel dibattito pubblico.
E proprio l’interpretazione che si da delle azioni della natura possono scardinare un primo divario tra paesaggio ed essere umani: «tutti noi siamo consapevoli del cambiamento climatico e tendiamo a parlare di vendetta della natura quando, invece, in passato volevamo essere protetti da questa. C’è, insomma una tendenza a responsabilizzare la natura, quasi come volessimo umanizzarla».
«Tendiamo a vedere gli animali all’interno della natura e l’uomo come qualcosa di esterno a questa». Una tendenza che viene totalmente soppiantata dalla raccolta di Wilk dove la natura, che avanza sempre più, è messa in primo piano. Un atteggiamento completamente diverso da quello cui si è soliti assistere: «è poco diffuso – spiega a tale proposito la scrittrice – vedere lo sfondo diventare primo piano». Il tratto distintivo dell’opera di Wilk è, infatti, quello di aprire una finestra sulla realtà: «un percorso che parte dalla divisione tra natura ed essere umano che diventa poi un libro su come noi ci raccontiamo la realtà», ha spiegato Deotto. Un’opera in cui, alla fine, si può ritrovare tra le tanti voci anche quella dell’autrice, perché, «credo che quando si dice qualcosa di importante si debba essere trasparenti e dichiarare la propria posizione», ha concluso Wilk. (v.g.)