Luca Nardi, la guida migliore per scoprire Urano e Nettuno

Mantova È il protagonista del quarto incontro del ciclo di appuntamenti di SconfinaMENTI, la rassegna di appuntamenti legati alla divulgazione scientifica prodotta e organizzata da Mister Wolf.
Luca Nardi, domani alle ore 21 al Teatro Bibiena, parlerà dei “Giganti ghiacciati, l’esplorazione dei sistemi di Urano e Nettuno.
Nardi, perché ha scelto proprio questi due pianeti?
“Sono tra i pianeti più misteriosi che abbiamo nel sistema solare, gli ultimi a essere scoperti, tra Settecento e Ottocento, perché non sono visibili a occhio nudo. Nonostante ci siano grandi motivi di interesse scientifico le agenzie spaziali non hanno mai lanciato una sonda loro dedicata come è stato fatto per gli altri pianeti”.
Come mai?
“È una questione di distanze e quinti di tempistiche. L’unità astronomica, la distanza della terra dal Sole è di 149 milioni di km. Per Giove abbiamo 5 volte questa distanza, per Saturno quasi 10, Urano è a 20, Nettuno a 30. Per mandare una sonda a quattro miliardi di km ci vogliono missioni di vent’anni. Voyager 2 ha colto un’opportunità unica: una disposizione specifica per visitarli tutti insieme, Giove, Saturno, Urano e Nettuno, che non si ripeterà prima di un secolo e mezzo”.
Come è nata la sua passione per l’astrofica?
“Fin da bambino ero appassionato di scienze, adoravo i libri con i vulcani e i dinosauri. Alla fine del liceo, i racconti legati allo spazio, la fantascienza di Isaac Asimov e Star Trek, mi hanno convinto a coltivare questa passione. Ho preso il primo telescopio e ho iniziato a osservare i corpi celesti. Da lì è nata la mia vocazione per i pianeti”.
E la divulgazione?
“Durante la laurea magistrale ho iniziato a fare divulgazione che poi ha preso il sopravvento ed è diventato il mio lavoro principale. Nonostante una ricerca scientifica particolarmente attiva in Italia si parla poco dei pianeti. Come mai? Me lo sono sempre chiesto. Gran parte dell’esplorazione è sempre venuta dagli Stati Uniti, dalla Nasa. Da noi tendiamo a essere più teorici e a occuparci di questioni cosmologiche, dei buchi mentre l’esplorazione planetaria è una scienza un po’ più concreta”.
Come si raccontano i pianeti sui social network?
“Ci sono argomenti che funzionano meglio come la ricerca della vita sugli altri pianeti e alcune missioni spaziali. Io però non trascuro la qualità dell’approfondimento rispetto all’effetto “wow”. Troppo spesso si pensa che bisogna parlare in maniera semplice e superficiale, a me invece piace comunicare anche la complessità di questi argomenti che non è un ostacolo ma un valore aggiunto”.
Tiziana Pikler