Pennacchi racconta la guerra ”I sa liberà i napoletani…”

MANTOVA In seicento al Sociale ieri sera per il racconto spettacolo di Andrea Pennacchi “Mio padre – appunti sulla guerra civile”. Un’odissea alla riscoperta del passato di un padre, la cui importanza si è fatta pesante come un macigno subito dopo averlo perso. Pennacchi lo racconta rispolverando il passato di partigiano attraverso aneddoti ed esperienze vissute. In pratica è un viaggio anche alla ricerca di se stesso quello che fa Pennacchi, perché nella perdita del padre scopre di essere cresciuto, di essere cambiato e di aver preso coscienza di tutto quanto sta attorno. Raccontando, ma ma quindi anche raccontandosi, Pennacchi strizza l’occhio all’attualità, che fa capolino dal vorticoso susseguirsi di episodi, talvolta anche simpatici. Come nel giorno della liberazione, quando padre e zio fuggiti dal campo di concentramento di Ebensee si incamminano convinti di trovarsi di fronte prima o poi un plotone di esecuzione, invece incontrato carri armati americani. Da uno di questi esce il sergente Pomane, militare dalle chiare origini nostrane, che sbotta in un maccheronico italiano “Managgggia…”. I due, sorpresi, esclamano in veneto “I sa liberà i napoletani…”. Risate. Pennacchi è abilissimo, come sempre, nel destreggiarsi tra ironia e drammaticità camminando sul filo del discorso senza mai scadere nelle banalità o nella retorica. Il suo racconto è un concentrato di emozioni, ma anche un concentrato del suo bagaglio di esperienze. Ieri sul palco del Sociale abbiamo visto il Pennacchi che durante il lockdown (ma non solo) ha vestito i molteplici panni dell’attore. Del grande attore.