Tempo d’Orchestra. Appassionante serata sinfonica al Sociale con Vadym Kholodenko e l’Orchestra della Toscana

MANTOVA  La grande musica sinfonica è tornata al Teatro Sociale, sabato per la stagione concertistica Tempo d’Orchestra, accolta dall’entusiastica approvazione del pubblico. Interpreti eccellenti e un programma altrettanto pregevole sono stati gli artefici del successo della serata che ha offerto un’opportunità d’ascolto appassionante, affidata a pagine di forte intensità emotiva e allo straordinario caleidoscopio sonoro espresso della grande orchestra. Scelta indovinata, quella dell’ORT Orchestra della Toscana, nel proporre un repertorio basato su opere di autori che, pur di notevole valore e interesse, esulano dalla tendenza dominante, troppo spessa legata ai nomi più eclatanti. Apertura del concerto, dunque, con il Divertimento per Fulvia op. 64 di Alfredo Casella (1883-1947), composizione suddivisa in quadri vivacemente descrittivi, caratterizzati da ritmi di danze, ampia varietà di combinazioni sonore e un linguaggio ironico e divertente per rappresentare una trama ispirata al mondo dell’infanzia. Altrettanto interessante il Notturno n. 1 op. 70 di Giuseppe Martucci (1856-1909) che, nella trascrizione dello stesso autore per orchestra, rappresenta un ammirevole esempio di quella spontanea musicalità e di affascinante immediatezza che lo colloca tra gli innovatori agli inizi del Novecento. Da sottolineare i meriti dell’ORT, diretta con attenta competenza ed energica passionalità da Andrea Battistoni, che si è egregiamente mostrata all’altezza del compito nell’affrontare un programma decisamente impegnativo, culminato nell’eccellente interpretazione della Suite L’uccello di fuoco di Igor Stravinskij (1882-1971). Vigore e sensibilità, valori individuali e d’insieme hanno illuminato l’esecuzione di questa pagina nata per il balletto che costituisce una testimonianza ideale della capacità della musica di Stravinskij di coniugare l’aspetto narrativo con l’originalità del linguaggio e dell’utilizzo delle risorse strumentali dell’orchestra. Una ulteriore citazione di merito va riservata al pianista ucraino Vadym Kholodenko, protagonista di una brillantissima interpretazione della Rapsodia su un tema di Paganini op. 43 di Sergej Rachmaninov (1873-1943) con cui ha messo in mostra doti di autentico virtuoso della tastiera, associate ad un magistrale controllo del fraseggio e una cura minuziosa nello svolgimento del dialogo con l’orchestra. Applauditissimo, ha risposto con una sensibile lettura del numero 10 degli Undici preludi corali per organo op. 122 di Johannes Brahms, nella trascrizione per pianoforte di Ferruccio Busoni. Serata di grande, meritatissimo successo per i protagonisti e di assoluta soddisfazione per l’attento pubblico di Tempo d’Orchestra. (gmp)