Pilar Delrio racconta Saramago e l’etica della responsabilità

MANTOVA Un manoscritto, datato 1998, ritrovato per caso in un vecchio computer che il destino ha voluto che la moglie di uno dei più grandi scrittori di oggi, il premio Nobel José Saramago scomparso nel 2010, ha ripreso in mano fecendone un’opera postuma che spazia dalla politica, al viaggio, alla dimensione domestica.
Una storia incompleta, solo quattro erano i capitoli scritti, che Pilar Delrio ha ripreso in mano e che ieri sera ha presentato al pubblico di Festivaletteratura presente in San Sebastiano.
Un incontro che ha portato al centro l’autore scomparso anche attraverso quelle peculiarità di scrittura che ne hanno fatto un esempio inimitabile, come affermato da Silvio Perella, distinguendosi «per la prodigiosa capacità di intonare le voci» come se queste trovassero una loro dimensione. Non a caso Saramago si definiva un apprendista che imparava dai suoi stessi personaggi forse, come spiegato da Delrio, perchè «Saramago non era nato per fare lo scrittore; figlio di genitori semplici ed analfabeti viveva in stanze condivise. Non aveva fatto l’università – ha raccontato Delrio – non per mancanza di soldi ma perché per le persone umili non era previsto. Saramago leggeva, però ogni giorno ed è diventato scrittore». Nasce così un primo libro dove l’autore racconta i contadini e le loro storie: persone che vivevano faticando e raccontate in modo sobrio fino a sentire un giorno le voci dei personaggi. Un passaggio, quello, che ha decretato un cambio di stile: la volontà di raccontare i personaggi seguendone la volontà.
Particolarità di scrittura messa in risalto ieri a San Sebastiano tra letture di estratti di opere di Saramago ed aneddoti ad essi collegati tra ricordi e confessioni di Delrio che spesso si intrecciano ed arricchiscono di incontri e storie personali dei tanti lettori che negli anni hanno seguito ed apprezzato Saramago come fosse quasi una persona di famiglia. Uno scrittore, infatti, che aveva «urgenza di raccontare l’etica della responsabilità: credeva che valessimo più di quello che possiamo e valiamo più di quanto pensiamo. Non è dunque un caso – ha concluso Delrio – che per lui i lettori fossero così importanti. Un pensiero che si estendeva a tutte le persone, che riteneva alla pari di sé e per questo nelle sue opere ci sono così tante idee. Gli esseri umani, per Saramago, si distinguono perché hanno ragione e coscienza», ha concluso Delrio.
Valentina Gambini