ACQUANEGRA Si è concluso con successo il cammino fluviale “Al Passo del Chiese”, la spedizione guidata dal 30enne di Casalromano, Mirko Savi , da tempo impegnato nella salvaguardia dell’asta del fiume Chiese, partito lunedì 10 agosto all’alba dal municipio di Acquanegra per risalire lungo le rive fino alle sorgenti del fiume. Oltre 160 chilometri percorsi a piedi, da Acquanegra sul Chiese fino a dove il fiume nasce dai monti del Trentino. Lo aveva salutato alla partenza simbolicamente il sindaco Monica De Pieri che gli ha consegnato il gagliardetto del Comune da portare al sindaco della Val Daone, a significare la volontà di unità dell’intera asta del fiume. Un percorso che Mirko aveva già realizzato agli inizi del 2020, un cammino di riflessione e di denuncia il suo, una richiesta d’aiuto per la tutela del fiume, e che questa volta ha affrontato assieme ad altri viandanti. Il percorso del camminatore mantovano prevedeva 7 tappe con arrivi ad Acquafredda, Bedizzole per proseguire per Roè Volciano e a seguire Idro, Pieve di Bono, rifugio Val di Fumo e, l’arrivo domenica 16 agosto al Passo Val di Fumo alla sorgente del Chiese. «Lungo il fiume – racconta Mirko – abbiamo visto tanti depositi di plastiche, parecchi luoghi sporchi che andrebbero ripuliti. Il caldo è stato intenso e per la prima volta credo di aver accusato il colpo. Il fiume che ho trovato? Il classico fiume al servizio dell’agricoltura. Alla partenza abbiamo preso il mezzo litro d’acqua che abbiamo portato sino all’arrivo, e l’acqua era sporchissima». La camminata serviva proprio anche a sensibilizzare sull’esigenza di preservare il corso d’acqua. «Ci sono alcune cose che porterò con me per sempre – racconta Mirko Savi – ed una è sicuramente la tanta gente incontrata per strada, la tanta gente che ama il fiume. Sapevo che sopra Idro la mentalità e la volontà di tutela del corso d’acqua erano più forti, ma la cosa bella è stato scoprire quanta gente c’è, anche nel basso Chiese, che ama il fiume. Voglio ringraziare i cittadini dell’asta del fiume che dall’inizio fino alla fine, non hanno mai mancato di darci il loro appoggio, proprio come fratelli. L’affetto e la voglia di esserci di tante persone incontrate per strada è un motivo in più per proseguire».
Paolo Zordan