Effetto Covid: quest’estate la piscina di Cerese non riapre

CERESE (Borgo Virgilio) – Effetto Covid: la piscina di Cerese per quest’estate non riaprirà. Una decisione per certi versi prevedibile comunicata in questi giorni da “Verona 85”, la società che gestisce la struttura natatoria di via Soresina, all’amministrazione comunale di Borgo Virgilio.
«Troppo stringenti» sono state reputate le linee guida per l’apertura dell’impianto, dettate dall’emergenza sanitaria e dalla necessità di garantire la sicurezza e la salute di chi frequenta la piscina e di chi vi lavora.
«Dopo attente valutazioni siamo costretti, nostro malgrado, a comunicare che la piscina di Borgo Virgilio non aprirà per la stagione estiva 2020. L’emergenza che stiamo attraversando – riferisce il responsabile dell’impianto – non consente l’apertura nelle consuete modalità; purtroppo le nuove norme non ci permettono di sostenere gli elevati costi di gestione». «Il gestore – conferma il sindaco  Francesco Aporti  – è venuto a comunicarci la decisione non molto tempo fa motivandola, più o meno, con le stesse parole scritte sul sito della società e anche sulla pagina Facebook. L’avessimo saputo un paio di mesi fa avremmo potuto muoverci di conseguenza, ma adesso è impossibile». Va comunque precisato che la società ha una regolare concessione, quindi il Comune nemmeno potrebbe subentrare nella gestione. «Oltre a non avere il potere giuridico per farlo – specifica il primo cittadino – non abbiamo i mezzi». Piscine e palestre erano state tra le prime attività costrette a chiudere per Coronavirus (tutti gli impianti sportivi, così come le scuole, erano stati isolati immediatamente, mentre bar e ristoranti avevano chiuso solo qualche giorno dopo), ma solo a fine maggio, con l’ennesimo decreto del Governo, avevano avuto il via per poter riaprire. Molte, però, non lo faranno a causa delle misure restrittive che hanno prodotto un’inevitabile impennata dei costi. Il futuro, almeno a prima vista, non sembra roseo per questo settore, tanto che diversi imprenditori si stanno muovendo per vendere le proprie attività.
I danni economici sono spaventosi, e molti sono in ginocchio. Per non parlare di dipendenti, fornitori, utenze e mancanza di aiuti da parte del governo (peraltro promessi, ma per i più rimasti inevasi).
Una crisi economica, quella del post Covid, che non ha precedenti se non nel periodo dopo la seconda Guerra mondiale.

MATTEO VINCENZI