MANTOVA – Il Tar del Veneto “rottama” – almeno per il momento – la discarica car fluff di Sorgà. Esultano amministratori e cittadini che vedono così allontanarsi lo spettro di quello che rischia di diventare il più grande insediamento di raccolta e stoccaggio del Nord Italia di tutti gli scarti leggeri provenienti dalla demolizione e dalla frantumazione delle automobili. Questo perché il tribunale amministrativo regionale ha accolto il ricorso del Comune di Sorgà, cui s’erano affiancati in giudizio anche la Provincia di Mantova e i Comuni di Castel d’Ario, San Giorgio Bigarello e Castelbelforte. «Abbiamo sempre sostenuto che l’ok dei funzionari del Veneto al progetto della società RMI (Rottami Metalli Italia), peraltro osteggiato sin da subito dalla popolazione, era non solo frettoloso e insostenibile, ma per certi versi assurdo, visto che va a minare la stabilità della falda, delle coltivazioni e dell’intero ecosistema. Oggi – commenta il sindaco di Sorgà Christian Nuvolari – abbiamo vinto una battaglia, ma la guerra è ancora lunga». La seconda sezione del Tar ha di fatto accettato la sospensiva dei ricorrenti, obbligando la RMI ad interrompere in seduta stante i lavori in località De Morta, il luogo deputato ad ospitare l’impianto. Annullato, dunque, il decreto autorizzatorio del direttore dell’Area Tutela e Sicurezza del Territorio della Regione Veneto dello scorso 11 gennaio 2023. «La lotta è ancora lunga e dura, ma al momento s’è incanalata nella direzione che speravamo – aggiunge il vicesindaco di San Giorgio Bigarello Barbara Chilesi -. Anche nel nostro territorio siamo allarmati dalle conseguenze che una tale discarica provocherebbe all’ambiente e alla falda». Parole di soddisfazione per la sentenza sono state espresse anche dal sindaco di Castelbelforte, nonché vicepresidente della Provincia di Mantova, Massimiliano Gazzani («anche il Tar ha compreso che il luogo scelto dalla ditta per realizzare il suo impianto – guarda caso posto sulla linea di confine tra due regioni – non è l’ambiente adatto per una discarica di frammenti di auto che potrebbe danneggiare l’ambiente e compromettere le colture») e dalla prima cittadina di Castel d’Ario Daniela Castro. «Preso atto che la causa richiede approfondimenti propri della fase di merito e considerato che la prosecuzione dei lavori di escavazione e la realizzazione della discarica potrebbero arrecare danni irreversibili agli interessi tutelati dalla parte ricorrente, dai Comuni limitrofi e dalla Provincia di Mantova o, comunque, rendere non agevole il ripristino dello stato dei luoghi, si ritiene opportuno, nel bilanciamento dei contrapposti interessi, di procedere alla sospensione dell’efficacia del provvedimento impugnato al fine di consentire una valutazione re adhuc integra del merito della causa, impregiudicata ogni considerazione in ordine alla legittimità del provvedimento impugnato e alla fondatezza delle eccezioni preliminari sollevate dalla Regione e dalla contro-interessata. A fronte di quanto premesso – così procede l’ordinanza del Tar che ha visto gli interventi dei magistrati Grazia Flaim, Marco Rinaldi e Maria Giovanna Amorizzo – si accoglie l’istanza cautelare, nei sensi di cui in motivazione, e fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 30 novembre 2023, disponendo nelle more la sospensione dell’efficacia dell’atto impugnato».
Matteo Vincenzi