Strade sempre allagate a Castel d’Ario, pronti lavori da 200mila euro

CASTEL D’ARIO – Duecentomila euro. È la somma che Regione Lombardia ha messo a disposizione per completare la sistemazione e la salvaguardia idraulica del Comune di Castel d’Ario. Il progetto – già approvato dal consorzio Territori del Mincio nell’ambito del programma triennale delle opere pubbliche 2019/2021 – è stato curato dall’ingegner Michela Gallini e consentirà di arrivare alla risoluzione delle criticità localizzate della rete di scolo o promiscua, dovute a sezioni di deflusso localmente insufficienti, quote spondali irregolari, manufatti non adeguati, instabilità delle sponde.
Gli interventi consisteranno principalmente nella rimozione di tombinature inadeguate, nel rifacimento di manufatti regolatori e manufatti sfioratori, nella ricalibratura degli alvei-canali (spurgo), oltre che nell’implementazione di un sistema di telecontrollo nei punti nevralgici delle aree a rischio alluvioni.
«Sono stati segnalati fenomeni di allagamento nella zona di Castel d’Ario e nei territori adiacenti, anche in periodi di scarsa piovosità. Eventi – spiega la presidente del Consorzio, Elide Stancari – dovuti al naturale avvallamento morfologico dei suoli rispetto alle aree di contorno, alla presenza di molteplici manufatti realizzati in periodi diversi senza una progettazione unitaria ed alla continua espansione del centro urbanizzato. Questi territori sono oltretutto solcati da una fitta rete di canali che defluisce in modo naturale attraverso il centro urbanizzato». Il piano concertato dal Consorzio è mirato ad abbassare il livello nel canale “Scolo Frassinara” in concomitanza con le piogge al fine di permettere agli sfioratori della fognatura comunale di scaricare meglio le acque eccedenti. Inoltre verranno automatizzati lo scarico del canale “Dossi Pezze”, che attraversa il paese, e quello del canale “Allegrezza”, a monte del centro abitato, al fine di permettere al canale di ricevere meglio le acque a valle.
Una questione, quella degli allagamenti in determinate zone del paese, che risale almeno a una quindicina di anni fa, accresciuta con alcune lottizzazioni in occasione della quale i fossi preesistenti erano stati chiusi o tombinati.

Matteo Vincenzi