Tassi rifiuti a Porto Mantovano: i rincari richiesti da Tea superano il 18%

PORTO MANTOVANO – L’ok alle nuove tariffe Tari e, in particolare, al Piano Economico Finanziario del servizio integrato dei rifiuti urbani di Porto Mantovano, ha scatenato le ire del circolo Fratelli d’Italia “Paolo Borsellino”.
«L’Amministrazione Salvarani – dichiara il portavoce dei meloniani  Salvatore Scalia  che già lo scorso maggio storse il naso quando Mantova Ambiente anticipò la richiesta di integrazione tariffaria – ha approvato, senza che si registrassero voti contrari da parte dei componenti del Consiglio (nemmeno tra i banchi delle opposizioni, che hanno optato per l’astensione, ndr), un Piano Economico Finanziario che, nel caso in cui fossero confermate le richieste di aumento di Mantova Ambiente, graverà notevolmente sulle tasche dei cittadini. Infatti, nel caso in cui la richiesta di integrazione tariffaria proposta dal gestore di servizio di igiene urbana trovasse conferma, i portuensi si vedrebbero appesantita la fattura con un incremento tariffario del +18,1% rispetto all’anno precedente». Dati confermati anche dalla relazione redatta da Business Engineering Network, società che fa capo al Consorzio Oltrepò Mantovano nell’interesse di Porto Mantovano, per la validazione del Piano Economico Finanziario steso da Mantova Ambiente. «L’incremento che potrebbe riguardare Porto Mantovano è del tutto spropositato, tant’è che la stessa società chiamata a validare il Piano Economico Finanziario ha preteso dei chiarimenti da Mantova Ambiente, la quale ha liquidato la questione degli aumenti celandosi dietro alla riclassificazione derivante dalla differenza tra la metodologia tariffaria e i criteri di attribuzione di costi e ricavi. Giustificazione – rimarca Scalia – che non ha convinto la società che ha redatto la relazione di validazione del Piano, la quale ha sollevato forti dubbi sulla correttezza del metodo di ripartizione proposto da Mantova Ambiente». Il Piano è passato con il voto favorevole di tutta la maggioranza composta dal Partito Democratico, Porto Futura e dal Gruppo Misto, a cui si è aggiunto il voto favorevole di Vivere Porto, mentre i gruppi di opposizione di Lega e Cinque Stelle hanno scelto per l’astensione. Secondo Scalia sarebbe stata opportuna «una levata di scudi più incisiva da parte delle minoranze, in quanto l’incremento tariffario di oltre il 18% peserà sulle tasche di ogni singolo cittadino». «Ancora una volta si è palesata la sottomissione psicologica del nostro Comune, nonostante Porto Mantovano detenga una quota di Tea spa, alla società Mantova Ambiente (e all’interno della cabina di coordinamento è bene ricordare che siede il vicesindaco di Porto,  Pier Claudio Ghizzi , in rappresentanza del territorio di Mantova, ndr); e questo francamente è sconsolante». «Ma c’è di più – conclude Scalia -: l’Amministrazione oltre a non essersi accorta che siamo stati travolti da una pandemia mondiale, non si è preoccupata di prevedere quegli accantonamenti necessari per evitare che la scure degli incrementi di Mantova Ambiente si ripercuotessero sui cittadini. Lo stesso assessore al Bilancio,  Alberto Massara , nel timido tentativo di “rassicurare” la cittadinanza dichiarando che dalla tariffazione attuale viene sospesa momentaneamente l’integrazione tariffaria richiesta da Mantova Ambiente, ha lasciato intendere che è solo questione di tempo, e poi il rincaro arriverà inesorabilmente».

Matteo Vincenzi