“Volevamo morire assieme”. Il racconto del marito di Rossella. Resta il mistero del movente di un mancato omicidio-suicidio

RIVAROLO MANTOVANO Doveva essere un omicidio-suicidio ma dopo aver ucciso la moglie non avrebbe avuto il coraggio di infliggere la stessa violenza a se stesso e così, dopo aver vegliato la donna per trentasei ore, avrebbe lasciato l’hotel dove si è consumata la tragedia, forse per darsi alla fuga o forse per compiere quel gesto estremo per cui gli era mancato il coraggio nei giorni precedenti. Questo quanto ha raccontato da Alfredo Zenucchi, reo-confesso dell’omicidio della moglie Rossella Cominotti, la 53enne originaria di Rivarolo Mantovano trovata senza vita in una stanza d’albergo in provincia di La Spezia.
«Non ho avuto il coraggio di farlo», queste le parole che Alfredo Zenucchi avrebbe detto ai carabinieri che lo hanno fermato nella tarda mattinata di venerdì vicino a Pontremoli mentre si trovava a bordo della sua auto, una C3.
Proprio nel lungo interrogatorio cui l’uomo è stato sottoposto dopo il suo fermo, Zenucchi avrebbe raccontato che lui e la moglie avevano deciso di farla entrambi finita: un’ipotesi che potrebbe essere confermata dalla lettera d’addio trovata nella stanza d’albergo. Aspetti che, comunque, dovranno essere verificati dagli inquirenti che stanno indagando sulla vicenda. Da chiarire anche il movente dell’omicidio. A Cavatigozzi, il paese alle porte di Cremona dove la coppia viveva, nessuno infatti avrebbe notato segnali tali da far presagire una simile tragedia. Solo qualche ipotesi si starebbe ora aprendo su possibili problemi economici legati all’edicola, rilevata dalla coppia un anno fa, i cui guadagni non sarebbero stati quelli auspicati dalla coppia.
Tanti ancora anche gli aspetti da chiarire circa il soggiorno in quella che è poi diventata la scena di una tragedia che qualcuno si chiede ora se si potesse evitare: la donna, stando ai racconti del personale dell’hotel l’Antica Locanda Luigina, a Mattarana, non avrebbe mai lasciato la stanza per problemi di salute. Poi il tragico ritrovamento del corpo, ormai senza vita, della donna da parte di una cameriera quando il merito se ne era ormai andato: l’ultimo avvistamento del 57enne sarebbe avvenuto alla reception quando avrebbe detto al personale di essere diretto alla sua auto in attesa della moglie. Una fuga, quella di Zenucchi, iniziata diverse ore dopo la morte della moglie – uccisa con un taglio alla gola inferto con un rasoi della stessa donna – che l’uomo avrebbe vegliato, stando ai suoi racconti, per trentasei ore.
Zenucchi è stato trasferito nel carcere di Massa Carrara.
Una versione dei fatti, quella data dall’uomo, che parrebbe verosimile anche se sono ancora tanti i nodi da chiarire sull’intera vicenda. Un storia che ha lasciato attonita la comunità di Rivarolo Mantovano dove in tanti hanno ricordato, anche attraverso i social, la 53enne. Chiusa nel suo dolore, invece, la famiglia della vittima.