CASTIGLIONE DELLE STIVIERE Era al suo primo giorno di lavoro, che però si è concluso nel peggiore dei modi. Precipitato per sette metri dal tetto di uno dei capannoni dell’Amica Chips, ora un 35enne operaio di origine senegalese è in rianimazione agli Spedali Civili di Brescia, dove è giunto in codice rosso. Il grave infortunio si è verificato ieri verso le 9.30 del mattino nella sede dell’azienda alimentare, in via Mattei.
In pratica, stando a quanto ricostruito dai tecnici della medicina del lavoro dell’Ats, l’operaio era insieme a cinque colleghi sul tetto di una delle strutture di pertinenza dell’Amica Chips. Il gruppo di operatori, dipendenti della ditta Gutepech di Levate, in provincia di Bergamo, stava sostituendo i lucernari sulla copertura dell’azienda.
Ad un tratto però, mentre il 35enne si trovava vicino ad uno dei lucernari da sostituire, è precipitato di sotto, all’interno del capannone. Una caduta di sette metri con l’operaio che è andato a schiantarsi al suolo nello stabilimento alimentare. In quel momento all’interno non c’era nessuno, dal momento che gli operai di Bergamo stavano lavorando nei momento di fermo dell’Amica Chips.
Subito è scattato l’allarme, lanciato dai colleghi del 35enne. Sul posto sono arrivati carabinieri, tecnici della medicina del lavoro e il 118. Preso immediatamente in carico, il 35enne con tutte le cautele del caso è stato caricato in ambulanza e portato in codice rosso agli Spedali Civili di Brescia. I medici hanno riscontrato un trauma cranico e diversi traumi dovuti alla caduta. Ora è in rianimazione e la prognosi è riservata.
Da parte della medicina del lavoro intanto gli accertamenti vanno avanti. Il 35enne, che comunque sarebbe sempre rimasto vigile e cosciente, nel momento dell’infortunio era privo di documenti e di conseguenza la sua identità non è ancora stata del tutto accertata. Sono inoltre in corso accertamenti sulla sua assunzione nella ditta bergamasca. Nondimeno l’Ats dovrà accertare anche l’esatta dinamica dell’accaduto. I colleghi erano in sicurezza con cinture e imbragature necessarie, ma al momento non è dato sapere se anche il 35enne avesse indossato i dispositivi necessari.